
Una doppia fase di transizione. Quella dell’economia reale, che vede l’impatto sul contesto produttivo nazionale degli effetti della globalizzazione e il confronto dell’impresa made in Italy con le dinamiche instabili dei prezzi, e quella del mondo bancario, caratterizzato da un processo di concentrazione degli attori e dalle richieste, dettate dalla compliance internazionale, di una maggiore patrimonializzazione (vedi Basilea III). E’ questo, secondo l’analisi fornita da Bankitalia, il quadro sull’andamento attuale dell’economia italiana con cui si è aperto l’ultimo convegno organizzato dal Cetif e dedicato all’esame dell’innovazione dei modelli di credito per la clientela retail e delle Pmi.
“In Italia è in crescita il numero delle imprese con meno di cinque addetti, così come, negli ultimi tempi, è aumentata l’incidenza degli impieghi concessi da banche medio – piccole, soprattutto Bcc, a discapito delle grandi istituzioni” ha spiegato Mario Anolli, preside della facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Il Paese, insomma, sembra volto verso una dimensione “del piccolo è bello” che, al momento, rispetto al rapporto tra banche e imprese, è funzionale soprattutto a consentire a chi contrae i prestiti di ristrutturare i debiti pregressi. “Si tratta di esigenze legate alla fase congiunturale di uscita dalla crisi – ha precisato Anolli -. In futuro, però, è sul perno delle banche commerciali che, con ogni probabilità, continuerà a essere costruita la strada del finanziamento all’economia nostrana, anche alla luce della bassa rilevanza tra le Pmi nostrane del private equity”.
D’altra parte, se l’intenzione degli stakeholder è quella di proseguire nel mantenimento e nella difesa delle peculiarità del sistema creditizio nostrano, allora è necessario risolvere alcune criticità, che attualmente impediscono a banche e imprese di dispiegare l’intero potenziale del loro rapporto. “Se è vero che la banca del territorio ha, tra i suoi punti di forza, quello della vicinanza e della prossimità con il cliente, il quale ancora rappresenta la prima fonte di informazioni in caso di richiesta di credito, bisognerà, dunque, procedere a una chiarificazione delle relazioni, per rendere le trattative più snelle e aumentare il numero degli esiti positivi alle richieste”.
Rafforzamento dell’override, con l’introduzione di più criteri qualitativi nei sistemi di rating adottati dalle banche, e eliminazione delle asimmetrie informative, grazie al potenziamento dei sistemi di Crm, le prime mosse da compiere per gli istituti italiani.