Con il numero di aprile parte il racconto di FBR dedicato agli incontri mensili di Assochange sui temi del change management. Nel primo appuntamento Salvatore Merando di Ibm ha illustrato i vantaggi derivanti dall’uso in azienda dei social network

Per Business Agility intendiamo la capacità delle organizzazioni di identificare, di recepire e di rispondere in maniera rapida ed efficace ai cambiamenti del mondo esterno, con il fine ultimo di ottenere l’efficienza operativa, quindi il profitto, dell’organizzazione stessa”.

Queste le parole con cui Salvatore Merando, Business development executive di Ibm e vice presidente di Assochange, ha dato inizio, lo scorso 6 aprile a Milano, al primo degli appuntamenti pubblici mensili che nel corso dell’anno l’Associazione italiana dei professionisti del change management ha deciso di dedicare ai temi del fare impresa, e a cui Finance Business Review riserverà un report periodico. “Oggetto di questo nostro primo incontro è cercare di chiarire quali sono, oggi, i paradigmi tecnologici più importanti che orientano l’azienda verso il cambiamento, posto che gli asset informatici rappresentano una commodity, da cui nessuna impresa che voglia dirsi competitiva può prescindere – ha affermato Merando -. In quest’ottica, si può senz’altro dire che il principale scenario con cui le aziende aperte al cambiamento devono confrontarsi è quello del Web 2.0, che, a sua volta, è il riflesso di un mondo esterno dove i tradizionali riferimenti sono cambiati, se è vero che nel giro di pochi anni si è passati dal modello dell’uno verso molti alla struttura dell’uno a uno: è chiaro a tutti, infatti, che oggi le tecnologie di collaboration, e soprattutto il social networking, hanno cambiato in profondità il modo di lavorare in azienda, perché il privato si mischia con il pubblico, le informazioni sono potenzialmente sempre disponibili per gli utenti e i confini di spazio e di tempo si sono annullati”.

Msn, Facebook, Twitter, LinkedIn: eccoli gli strumenti con cui Merando ha invitato il pubblico a confrontarsi sul luogo di lavoro, “senza timore di apparire poco seri e professionali, perché invece è proprio in direzione della condivisione continua dei contenuti che la Business agility sta andando; è su questa base, dunque, che bisogna agire per affrontare con successo la gestione del cambiamento, istituzionalizzando l’uso di questi tool e cominciando a parlare di Enterprise 2.0”.

D’altra parte, il vice presidente di Assochange non ha mancato di sottolineare come la componente umana, per l’attività di coordinamento e controllo dei processi finalizzati all’elaborazione e all’uso dei dati aziendali, è fondamentale.

La catena di comando di una Business agility realmente efficace parte da un decisore interno all’azienda che, dopo aver sensibilizzato i Quadri sulla necessità di intraprendere percorsi di cambiamento per l’innovazione del business, è anche capace di guidare un team di persone verso il raggiungimento dell’obiettivo, impegnandosi in un’attività quotidiana di Business process management” ha concluso Merando.