Home Finance Ubi Pramerica: “La strada del rendimento guarda a Est”

Ubi Pramerica: “La strada del rendimento guarda a Est”

Ubi Pramerica: “La strada del rendimento guarda a Est”

Quale eredità lascia il 2010 agli investitori?

Come avevamo previsto non c’è stata l’impetuosa ripresa su scala globale che molti esperti si attendevano. Solo i Paesi emergenti hanno mostrato tale dinamica, mentre le aspettative di accelerazione generalizzata si sono rivelate frutto di fattori poco sostenibili e di bassa qualità.

 

Cosa c’è da aspettarsi dal 2011?

 

Lo scenario centrale è improntato a una crescita mondiale non omogeneamente distribuita. I Paesi emergenti resteranno su un sentiero di rapida espansione, mentre per il mondo sviluppato è prevedibile una moderata crescita economica abbinata a disoccupazione elevata. Di conseguenza i tassi di interesse rimarranno su livelli contenuti per un prolungato periodo di tempo. In Europa le misure di austerità fiscale produrranno effetti negativi sul piano reale e su quello del consenso politico ai governi in carica.

 

Quali potrebbero essere le idee per investimenti proficui in un simile scenario?

 

Posto che non esistono orientamenti di investimento validi per tutti, è comunque possibile individuare delle linee guida generali. In particolare, sulle obbligazioni governative il nostro approccio sarà tattico, con una preferenza per i titoli dell’area Euro di Italia e Germania. Per quanto riguarda il mondo del debito corporate, invece, riteniamo intelligente sia l’esposizione verso gli emittenti ad alto merito di credito che a quelli ad alto rendimento, fuori e dentro l’area Euro, ma con una preferenza per i Paesi emergenti, per i quali ci aspettiamo un tendenziale e progressivo apprezzamento valutario. Infine, lato mercati azionari, privilegiamo un’esposizione più bilanciata, con strategie focalizzate sul valore e sulla capacità di distribuzione dei dividendi nell’Eurozona e un atteggiamento più neutrale rispetto agli Usa. Anche in questo caso, però, la grande promessa arriva dai mercati dell’Asia, soprattutto l’area del Pacifico.