L’Italia ha fame di eBook, bisogna solo nutrirla e alimentarla. Invece il mercato italiano è ancora a un livello di startup

Come afferma Fernando Folini dell’Associazione italiana editori – «La tecnologia nelle case editrici è sempre entrata quasi strisciando, per poi esplodere».

 

A dicembre il settore dell’e-book deteneva lo 0,1% del mercato complessivo del libro, in crescita dallo 0,03% del 2009 e che nel 2015 potrebbe valere dal 4 al 5% (secondo E-Digita), forse potrebbe arrivare fino al 10% (fonte: Mondadori). Su Amazon è già avvenuto il sorpasso degli e-book sui libri di carta. Cosa è cambiato? Nulla o quasi: il mercato italiano rimane quello dello “zero virgola”, ancora infinitesimale rispetto alle realtà più avanzate. Sono circa 11mila gli e-book oggi disponibili, pochi se paragonati ai 40mila, 82mila e 400mila disponibili a fine 2010 rispettivamente in Germania, Francia, Inghilterra, dove il mercato e-book trade è – sempre rispettivamente – lo 0,5%, l’1,5% e il 3% del totale. Stefano Mauri, del Gruppo editoriale Mauri Spagnel, osserva che: «La crescita tanto attesa per ora non c’è stata. Lo scenario comincerà a cambiare quando il mercato e-book varrà in percentuale almeno il 15% del mercato totale». D’impatto l’osservazione di Marco Vigevani, agente lettarario: «Con l’arrivo dei rendiconti delle vendite digitali ci stiamo chiedendo perché ci siamo occupati così tanto di e-book». Se oggi gli e-book italiani non sono ancora un affare, è chiaro che la situazione evolverà con una più ampia disponibilità di titoli, spinta dai movimenti di Internet e dall’impulso di chi legge già gli e-book, ovvero quei 600mila early adopter e influencer potenzialmente destinati ad aumentare. Difficile è invece tracciare una tempistica. Gli interventi degli ospiti inglesi e nordamericani hanno controbilanciato la parziale delusione o prudenza italiana. Quel 10% auspicato anche in Italia dall’A.D. Mondadori Costa sembra insomma ancora un lontano miraggio, a dispetto di un crescente impegno degli editori nel digitalizzare i testi cartacei, che ha portato a decuplicare il numero di titoli in catalogo in formato eBook. Per ora però sono solo titoli di nicchia, magari neanche più pubblicati in cartaceo, reperibili a prezzi equi in formato digitale. Ed ecco il problema dei prezzi: gli eBook europei costano più o meno quanto un’edizione tascabile cartacea dello stesso titolo, ma con molte più limitazioni di utilizzo. Rispetto a quanto accade nel mercato anglosassone, dove lo sconto rispetto allo stampato è in media del 27%, i nostri editori ancora non credono abbastanza nel prodotto da cercare di promuoverlo con politiche di prezzo aggressive. E poi resta il problema Iva: 4% sui libri cartacei, 20% sugli eBook: non c’è competizione!
Lo stesso vale sul fronte degli eReader: sono ancora troppo costosi i dispositivi reperibili in Italia: se da noi si comprano tra i 199 e i 299 euro, negli States e in Gran Bretagna queste soglie si abbassano di 100 euro. I prossimi passi potrebbero essere scanditi dallo sbarco di Kindle in Italia che forse avverrà prima di Natale. In questo caso è ragionevole aspettarsi un veloce allargamento del mercato come è avvenuto nel Regno Unito e ancora prima negli Stati Uniti, dove Kindle è l’e-reader di 70 lettori su 100.
Tra le proposte spiccano: eBook scontati in modo consistente, almeno nelle prime fasi del mercato, eReader con prezzi che si allineino alla reale offerta del mercato, Drm che tutelino come giusto il diritto d’autore e il lavoro di chi scrive e pubblica gli eBook.
In quest’ottica l’editore alle prese con gli ebook dovrebbe prepararsi inglobando professionalità tecnologiche che spaziano dalla capacità di trattare e valorizzare i diritti sul digitale, lavorare redazionalmente con i linguaggi di markup, sviluppare progetti grafici con Css e Svg, comunicare e fare marketing nei social media, gestire i metadati in maniera concorrenziale per creare servizi mirati al lettore che sempre più si muove e acquista nella coda lunga, ragionare in prospettiva sulle diverse possibilità commerciali dei formati di file in cui i contenuti possono essere distribuiti.