L’Osservatorio sulle Architetture It in Banca, nato nel 2008 in ambito Abi Lab per seguire le evoluzioni del settore, evidenzia l’esistenza di una notevole area di miglioramento, nonostante gli sforzi fatti in questi anni. Infatti, il livello di flessibilità medio delle architetture applicative delle banche si attesta intorno a un valore di 2,4 (su una scala da 1 a 5)

La rapida evoluzione del contesto di sviluppo del proprio business e la spinta innovativa proveniente da un generale ripensamento dei sistemi informativi in chiave strategica hanno portato negli ultimi anni, anche all’interno del sistema bancario italiano, a identificare logiche volte ad abilitare un dialogo sempre più efficace tra le funzioni del business e quelle dell’It. Se da un lato, infatti, la necessità di una maggiore adesione alle richieste del business ha portato la funzione It degli istituti di credito a sviluppare sistemi sempre più flessibili e facilmente scalabili su nuovi contesti di operatività. Dall’altro la necessità di definire un linguaggio mutualmente intellegibile e cross-funzionale ha portato a condividere una rappresentazione coerente delle reciproche architetture – di processo, funzionali . informative, applicative e ovviamente anche infrastrutturali.

 

Operation da svecchiare

A quest’ultimo riguardo l’Osservatorio sulle Architetture It in Banca , nato nel 2008 in ambito Abi Lab per seguire questo tipo di evoluzione, evidenzia la esistenza di una notevole area di miglioramento nonostante gli sforzi fatti in questi anni. Per esempio in termini di flessibilità. L’analisi condotta su un campione di 9 tra banche e gruppi bancari (pari al 40% del sistema bancario italiano) ha evidenziato un quadro, valido per l’intera area applicativa delle Operations (comprende le applicazioni cui è demandata la gestione e l’esecuzione delle attività core business della banca), che mostra un livello di flessibilità dell’architettura applicativa “sicuramente migliorabile il cui valore, mediato rispetto a tutti gli indici utilizzati, si attesta a 2,4 su una scala da 1 a 5”. Una possibile giustificazione è rintracciabile nella evidente maggiore flessibilità delle applicazioni nei loro aspetti più prettamente di esecuzione dei task, mentre si registrano livelli più bassi per quelli funzionali e tecnologici.

 

Per quanto concerne le infrastrutture tecnologiche a supporto è invece possibile notare, sempre secondo questa fonte, come risultino ancora fortemente orientate all’utilizzo di una singola piattaforma e di un singolo Dbms. La scelta nettamente prevalente per l’area Operations sia ancora l’adozione di un ambiente di sviluppo mainframe unita all’adozione di un Db2. Con riferimento alla valutazione del livello di indipendenza dal fornitore, il valore medio ottenuto è di 2,9, che può trovare una motivazione nella tendenza ancora prevalente a sviluppare le soluzioni relative sempre all’area Operations internamente alla banca (62% dei casi). Un’altra annotazione riguarda il diffuso basso supporto funzionale rispetto ai requisiti legati alla caratteristiche di multi-currency, multi-lingue e multi regime fiscale: tale limitazione è spiegata da una ancora poco sentita reale necessità di tali implementazioni..

 

Cloud, Quality e Governance

Un capitolo interessante della ricerca di questo Osservatorio, giunta alla seconda edizione, riguarda i trend di evoluzione dell’utilizzo dell’informatica relativamente a architetture innovative, It governance, It quality e banking on the cloud. Cominciano con quest’ultima innovazione in considerazione della sua attualità. Un chiarimento: nella visione degli estensori di questo documento il cloud va al di là del concetto un po’ troppo semplicistico di “nuvola”, rifacendosi da un lato ai processi di razionalizzazione delle risorse che portano alla riduzione dei costi economics (di back office dei workload), dall’altro ai processi utente che conducono a nuove modalità di interazione con clienti e consumer attraverso nuovi servizi, dati e risorse da accedere e fruire in maniera estesa. In pari tempo c’è il riconoscimento anche da questo pulpito che i problemi legati alla sicurezza esistono, con milioni di dispositivi remoti che si collegano alle medesime reti per accedere a dati e applicazioni ma, viene altresì il riconoscimento, che “questi problemi possono essere adeguatamente gestiti”. Il settore Finance sta muovendo adesso i primi passi nella adozione del cloud e l’attenzione si concentra su ambiti dove è già possibile cogliere dei benefici come certi modelli di Software as a Service . Inoltre alcune banche segnalano un interesse verso logiche di cloud computing all’interno della propria struttura It, con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili. Infatti le analisi svolte indicano come la soluzione di Private cloud appare la preferita, quanto meno nei primi tempi, ma in pari tempo vengono introdotte elementi sia IaaS sia PasS, per poi passare a soluzioni di condivisione delle risorse. Per quanto riguarda la It Quality le banche hanno varato e portato avanti negli ultimi anni una serie di iniziative in questa direzione. In questo contesto la qualità delle informazioni assume un ruolo chiave così come la definizione e il monitoraggio di opportuni Kpi per la valutazione delle attività informatiche. A tal fine viene segnalato che un percorso di individuazione di Kpi semantici potrebbe essere una risposta all’esigenza di implementare uno strumento di estrazione e monitoraggio di indicatori di sicurezza, che contempli funzionalità di analisi di transazioni che impattano i sistemi e individuare dei pattern che identificano problemi di sicurezza altrimenti non evidenziabili. Per quanto riguarda, infine, la It Governance uno dei principali punti di attenzione del momento risiede nell’ottimizzazione dei costi It, perseguibile attraverso la gestione del processo di pianificazione degli investimenti sempre più legato al rapporto costi/benefici. In tale contesto viene sottolineata la importanza di un processo di reporting e analisi della spesa informatica, di assessment del costo dei servizi informatici e di attribuzione interna dei costi che permetta di monitorare le differenti fasi del percorso evolutivo. Il documento suggerisce la opportunità valutare la gestione del consolidamento del software e della virtualizzazione, nonché di un approccio orientato ai servizi.