La compliance continua a rivestire un peso rilevante sullo spending complessivo delle banche che, però, in parallelo investono anche sulla riduzione dei costi e sulla fidelizzazione dei clienti: la testimonianza di alcune e interessate realtà italiane

La spesa IT delle 775 banche oggi attive in Italia si aggira intorno ai quattro miliardi di euro. Gli interventi di compliance continuano a rivestire un peso rilevante, stimato attorno al 20%. Ma in parallelo le banche non disdegnano altre tipologie di investimento, rivolte all’ottimizzazione dei costi ma anche alla fidelizzazione dei clienti, in ambito sia di front office che di back office. Come conferma questa carrellata di referenze applicative, presso i primari istituti ma anche piccole banche locali.

Spazio alla virtualizzazione
Ci sono banche che approfittano di questo momento per rinnovare la loro infrastruttura It. È il caso della Banca Popolare di Bari (260 sportelli in 11 Regioni e 2200 dipendenti). Questo istituto ha intrapreso nel corso del 2010 un progetto in collaborazione con Web Italia Advanced, Partner IBM, che ha previsto in una prima fase l’analisi del parco applicativo e hardware esistente e, successivamente, la realizzazione di una nuova architettura IT basata su tecnologie di virtualizzazione dei server. Il censimento e l’analisi delle applicazioni e dei sistemi utilizzati dalla banca ha rivelato diverse inefficienze nella gestione dei sistemi informativi, legate all’elevato numero di server utilizzati, spesso acquistati in periodi diversi, e alla frammentazione del parco applicativo dovuta anche all’utilizzo di diversi sistemi operativi installati a partire dal 2000. Con l’obiettivo di razionalizzare l’intera infrastruttura e, in parallelo, di migliorare il controllo sul consumo energetico, la banca ha virtualizzato i circa 60 server fisici originari in un’unica server farm basata su BladeCenter IBM. Per aumentare ulteriormente l’affidabilità della nuova infrastruttura è stata inoltre adottata anche la soluzione applicativa BladeCenter Open Fabric Manager, che consente la semplificazione delle configurazione di base dei server, che costituiscono un cluster di calcolo. “La nuova infrastruttura – segnala Tommaso Ricci, CIO Banca Popolare di Bari – ha permesso all’istituto bancario di consolidare il proprio parco hardware e applicativo, offrendo al contempo maggiore flessibilità nella gestione delle risorse informatiche e una maggiore affidabilità per garantire la continuità di business. Inoltre, rispetto alla situazione precedente, è stato conseguito un consistente risparmio dei costi legati al consumo di energia, pari a circa il 50%. La semplificazione dell’infrastruttura, infine, ha assicurato una miglior gestione della manutenzione e una riduzione dei costi relativi”.ù

Ottimizzazione dell’online
I siti e le informazioni che su di essi vi compaiono sono sempre più uno dei biglietti da visita delle banche nell’era del Web 2.0 e 3.0. Si comprende, dunque, bene l’attenzione che molti soggetti anche del finance riservano a questo forma di relazione con il pubblico. Un caso di riferimento è il progetto di ottimizzazione dei contenuti online sulle piattaforme della banca in Italia e all’estero realizzato da UniCredit con il supporto di Adobe per una migliore Web experience dei clienti e per accrescere il proprio business. L’esigenza di gestire, monitorare e ottimizzare i crescenti flussi di traffico dei diversi domini ha spinto UniCredit ad ampliare la piattaforma Adobe Online Marketing Suite e a estenderne alcune funzionalità, introducendo Adobe Discover e Adobe Digital Pulse. Grazie alla prima funzionalità, l’istituto può oggi esplorare dati e informazioni strategiche sull’efficacia delle campagne marketing e sulla tipologia dei dispositivi utilizzati dagli utenti e accedere a una segmentazione comportamentale e geografica delle transazioni dei visitatori che gli consentono di identificare nuovi segmenti di mercato, consolidare il valore di quelli fidelizzati e prendere decisioni di business più profittevoli. L’implementazione di Adobe Digital Pulse supporta invece UniCredit nella verifica delle correttezza del codice, garantendo una migliore accuratezza dei dati e un’adeguata reportistica.
“Unicredit è oggi la banca leader in Italia sul mercato del banking online – spiega Alessandro Colafranceschi Responsabile dell’Online e Mobile Banking UniCredit: possiamo considerare il nostro sito come l’agenzia più grande in Italia con oltre quattro milioni di persone, clienti e non, che ogni mese ci fanno visita. L’innovazione di servizio è una componente fondamentale e a darci ragione della strada che stiamo percorrendo è il livello di soddisfazione dei clienti che sui nostri servizi online è molto alta. Offrire sul Web un’esperienza positiva attraverso servizi utili e facili da usare è una delle nostre mission”.

Monitorare i propri dati in rete
L’utilizzo di Internet, come noto, sta crescendo anche in Italia, con impatti diretti sulle dinamiche di socializzazione, i comportamenti di acquisto e, soprattutto, la circolazione di informazioni personali, dati anagrafici e finanziari. Questo, però, espone chi naviga in rete al rischio di ritrovarsi vittime di furti di identità e di frodi creditizie, crimini che in Italia registrano oltre 60 casi al giorno. Questo fa sì che gli istituti di credito siano estremamente sensibili verso soluzioni in grado di tutelare i propri clienti dal rischio di indebite sottrazioni dei dati di carte di credito o sistemi di pagamento online, di furto delle credenziali di posta elettronica o dall’appropriazione di dati identificativi personali per sottoscrivere servizi con l’identità altrui.
“Per permettere ai consumatori di utilizzare Internet con serenità – spiega Beatrice Rubini, Manager della Direzione Consumer di Crif, un’azienda specializzata nello sviluppo e nella gestione di sistemi di informazioni creditizie, di business information e di supporto decisionale fondata a Bologna nel 1988 – abbiamo sviluppato Sicurnet, un innovativo servizio di protezione dei dati sulla rete, distribuito attraverso gli istituti bancari e finanziari convenzionati con la linea Mister Credit di Crif. Grazie a questa soluzione, la prima e unica disponibile sul mercato italiano, gli istituti di credito possono offrire al consumatore un servizio per monitorare la circolazione dei propri dati personali e finanziari sul Web e valutare se siano esposti in maniera troppo estesa (per esempio sui social network) o siano oggetto di appropriazione indebita da parte di terzi e stiano circolando in ambienti Web ritenuti ad alto rischio”.
Intesa Sanpaolo ha invece scelto CA Technologies come partner strategico, implementando CA Wily APM che monitora le applicazioni all’interno degli ambienti di produzione e sviluppo della banca. La soluzione, oltre a offrire dati diagnostici che consentono di identificare e risolvere le problematiche delle applicazioni in modo rapido e di migliorare la gestione delle risorse di sistema, misura in modo oggettivo e in tempo reale la customer experience garantendo, istante per istante, un alto livello di servizio agli utenti delle applicazioni Web e, in particolare, ai clienti di Internet Banking. “Grazie alla nostra soluzione – puntualizza Gabriele Porro, Director Solution Sales di CA Technologies Italia – Intesa Sanpaolo è stata in grado di massimizzare la disponibilità delle proprie applicazioni online, contribuendo al miglioramento della qualità dei servizi alla clientela. La banca, inoltre, ha potuto ridurre i costi e i tempi relativi allo sviluppo di nuove applicazioni online”.

Più self-service
Nell’ottica dei progetti di automazione dell’attività bancaria il ricorso ai sistemi di gestione in automatico del denaro continua a essere un tasto sensibile. Ne è dimostrazione la decisione della Deutsche Bank Italia che ha da poco affidato a Wincor Nixdorf la gestione degli oltre 400 sistemi self-service multivendor per un periodo di sei anni, supportando la banca anche nello sviluppo della piattaforma software. I benefici prevedono una maggiore disponibilità dei contanti, una significativa riduzione dei costi dei sistemi di erogazione e servizi multivendor efficienti. L’obiettivo di Deutsche Bank Italia, in generale, è di aggiornare la propria infrastruttura tecnologica, oltre che migliorare la gamma dei servizi offerti attraverso il canale self-service. Questo significa ampliare le perfomance della propria rete per offrire ai clienti nuove opportunità attraverso differenti sistemi self-service. All’interno di un ambiente multivendor, i servizi includeranno il monitoraggio remoto e il funzionamento dei sistemi di self-service, l’help desk e la manutenzione hardware.
Wincor Nixdorf – precisa Daniela Zuccoli, Responsabile Marketing filiale italiana – è il secondo fornitore europeo di sistemi self service per le banche e il terzo a livello mondiale. La diffusione dei sistemi self service in Italia è attualmente in linea con i principali Paesi europei, almeno in termini di numero di Atm per milioni di abitanti; c’è però ancora molto da lavorare sul fronte dei consumatori, perché gli italiani sono tra i cittadini europei che utilizzano meno il self service: da due recenti indagini che abbiamo condotto con Doxa su un campione di utilizzatori è emerso che ancora oggi il 32% dei clienti vanno a prelevare allo sportello, mentre per quanto riguarda il versamento intelligente soltanto l’15% degli esercenti utilizza il al momento il self service”. Dal canto suo, aggiunge, l’evoluzione del canale Atm sta seguendo due filoni principali: da un lato quello di rafforzare la relazione con la clientela e quindi sfruttare pienamente le nuove soluzioni applicative che rendono possibile la multicanalità e favoriscono il cross-selling. Il secondo filone è invece quello dell’efficienza e del controllo dei costi operativi della banca: il self service aiuta infatti a ridurre i costi gestionali eliminando attività a basso valore aggiunto da parte del personale di filiale.

Anche un po’ di cloud
Come noto le banche, e ancora più le compagnie di assicurazione, sono molto caute sull’adozione del Cloud Computing. Ma non mancano organizzazioni che amano le sfide. Un esempio è la Banca di Pistoia, un istituto di Credito Cooperativo con 11 filiali e 130 dipendenti, che dovendo rinnovare la propria soluzione di posta con l’obiettivo di poter disporre di un sistema più moderno e versatile, ha deciso di passare alle Google Apps for Business in quanto ritenuta la soluzione più completa, flessibile ed economica sul mercato. Attualmente la banca ha completato l’implementazione e tutto l’organico dell’istituto utilizza quotidianamente non solo la posta ma anche Google Calendar e la chat di Google Talk. La banca ha acquistato anche il servizio complementare powered by Postini (offerto sempre da Google), che consente l’archiviazione in cloud e il mantenimento di tutti i messaggi di posta per dieci anni, come da normativa italiana, nonché la protezione antivirus e antispam.
“Siamo entusiasti di Google Apps, in modo particolare per il risparmio di tempo delle risorse tecniche che questa soluzione ci ha permesso”, afferma Alessio Gori, attuale referente dei Prodotti Specialistici di Banca di Pistoia e CIO dell’istituto all’epoca del varo del progetto. “Il primo vantaggio del passaggio a Google Apps, la semplificazione, lo abbiamo sperimentato già in fase di implementazione del progetto, che ha richiesto solo otto ore per la completa attivazione e la disponibilità delle nuove mailbox per tutti i 130 utenti della banca. Poco dopo il completamento dell’installazione, inoltre, vi sono stati numerosi spostamenti interni di personale e, per la prima volta, il servizio di supporto tecnico della banca non ha dovuto lavorare per giorni e giorni per trasferire sulle nuove postazioni dei dipendenti decine di gigabyte di posta archiviati in locale. Ci sono voluti appena dieci minuti, anziché ore e ore di lavoro”.

Nuovi parametri per la liquidità
In questi frangenti piuttosto burrascosi per il finance, SAS suggerisce di porre attenzione al liquidityrisk che è uno dei principali ambiti di innovazione previsti dalla normativa Basilea 3. Si tratta di un’innovazione importante perché da gennaio 2011 le informazioni e le misure che valutano la liquidità degli istituti bancari devono essere determinate con un procedimento molto sofisticato, preciso e strutturato.
“Rispetto a quanto avveniva precedentemente – precisa Anselmo Marmonti, Business Development Manager, Risk&Compliance Solutions di SAS – vengono richiesti due nuovi indicatori di liquidità a breve e lungo termine, che non prevedono complessità nell’algoritmica, ma richiedono un’evoluzione della struttura alla base per poterli misurare, che risulta essere molto più solida e articolata. I nuovi requisiti impongono di tenere in considerazione una serie di elementi aggiuntivi rispetto al passato. Bisogna infatti valutare l’evoluzione del rischio di liquidità aumentando il perimetro di analisi alla totalità delle attività e passività dell’istituto, valutando il fenomeno non solo nelle condizioni correnti ma anche considerando condizioni di stress del mercato. Questo implica più analisi su un perimetro più ampio, con una granularità molto maggiore e con una quantità di attributi fortemente accresciuta. Basti pensare alle informazioni necessarie per la valutazione della liquidità/stabilità delle poste oggetto di analisi piuttosto che alla valutazione della concentrazione del rischio per singola controparte. Spesso queste informazioni non sono disponibili nei sistemi attuali e i motori di calcolo non prevedono l’analisi a massimo livello di dettaglio”.

Altre innovazioni
BNP Paribas, una delle maggiori istituzioni finanziarie del mondo, si è dotata di Oracle Exadata Database Machine per soddisfare l’esigenza di affrontare la crescita eccezionale di dati nel datawarehouse (passati da 150 gigabytes al giorno a più di 450 gigabytes su base giornaliera) e di gestire più di quattro bilioni di transazioni finanziarie al giorno in tempo reale e in modo efficiente.
“Gli istituti finanziari hanno oggi l’esigenza da un lato di velocizzare il time-to-market dei nuovi prodotti e servizi e, dall’altro, di allocare in modo più efficiente le risorse – afferma Maurizio Fabbro, Chief Technology Officer Finance di HP Italiana –. HP ha utilizzato la propria esperienza tecnologica e di settore per sviluppare un’infrastruttura scalabile in grado di aiutare tutte le banche a garantire livelli di servizio coerenti e una customer experience ottimizzata”.
Dal canto suo Castello, una società con attività dirette alla promozione, istituzione e gestione di fondi comuni di investimento immobiliare, ha ritenuto maturi i tempi per l’adozione di un sistema ERP, nel caso una soluzione NAV², software gestionale implementato da Artis Consulting che si basa su Microsoft Dynamics NAV per l’inserimento e la gestione dei dati inerenti le transazioni contabili proprie di una Società di Gestione del Risparmio.
“Questa soluzione offre la possibilità oggettiva di concentrarsi in maniera sicura sul proprio business – afferma Andrea Lapo Daviddi, Microsoft Dynamics ERP Product Marketing Manager di Microsoft Italia –. NAV² mette a disposizione strumenti efficaci e indispensabili allo svolgimento delle attività quotidiane, dotando aziende come Castello della flessibilità necessaria per adattarsi alle nuove opportunità di business e alla crescita delle attività da quest’ultime indotte”.