Dalla fotografia scattata al settore del Fashion italiano dall’Osservatorio del Politecnico di Milano emerge un ruolo centrale dell’ICT nell’offrire alle imprese la possibilità di affrontare con successo la sfida dei mercati globali

Un comparto estremamente dinamico, più flessibile di altri rispetto ai mutamenti del contesto economico e per questo motivo caratterizzato da un’alta propensione all’internazionalizzazione dei processi produttivi. È la fotografia del settore fashion nostrano scattata dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, da cui emerge un ruolo centrale dell’ICT per quanto riguarda la possibilità, offerta alle imprese attive in questo ambito, di affrontare con successo la sfida dei mercati globali.
Ancora una volta risultano protagoniste le tecnologie del Cloud Computing, che esibiscono una diffusione complessivamente buona delle tre declinazioni del SaaS, del PaaS e dello IaaS nell’ambito dei sistemi informativi aziendali, e su cui i CIO sembrano puntare nell’ottica dell’attuazione e dello sviluppo delle strategie di innovazione delle rispettive Supply Chain aziendali.
Opinione unanime dei responsabili informatici, infatti, è quella per cui i maggiori benefici che è possibile trarre dalle applicazioni localizzate sulla “nuvola” fanno riferimento all’opportunità di raggiungere una migliore integrazione nella gestione del parco dati, di realizzare una più efficace standardizzazione delle procedure di lavoro all’interno dei diversi reparti di produzione e di distribuzione e di portare avanti l’incremento, in atto, delle attività di collaboration.
In particolare, l’80% dei CIO intervistati dall’Osservatorio ritiene che i nuovi paradigmi del Cloud Computing svilupperanno i loro principali effetti nell’ambito delle competenze tecniche necessarie a intraprendere la direzione ICT in azienda, con la preponderanza del know how architetturale a scapito delle tradizionali competenze sistemistiche e di sviluppo applicativo; il 17% è convinta, invece, che in virtù della remotizzazione dei processi sarà possibile concentrare più risorse nella costruzione di progetti a valore aggiunto, con focalizzazione sulle attività utili a ridurre il time to market, mentre il 30% prevede che nel prossimo futuro le tecnologie del cloud saranno decisive in relazione alle decisioni strategiche assunte dai management rispetto agli investimenti destinati alle infrastrutture ICT.
Seppure non rappresentativa dell’orientamento maggioritario esibito dal campione analizzato, quest’ultima opinione è quella che in realtà meglio introduce alla questione fondamentale che inerisce il ruolo dell’ICT nella filiera del Fashion: ovvero, la rilevanza che l’Information and Communication Technology rivestirà nel corso dei prossimi tre anni, quelli che, a detta di diversi analisti di mercato, risulteranno decisivi per lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione intrapresi dalla maggior parte dei brand attivi nel settore. In quest’ottica, è interessante notare come l’importanza attribuita alla componente tecnologica, non solo da parte dei responsabili IT, ma anche degli addetti alle diverse linee produttive, varia a seconda della specifica area aziendale in cui le applicazioni IT sono implementate.

Settore che vai It che incontri
Se quasi la totalità dei CIO (95%) è certa del valore dell’ICT nell’ottica del sostegno all’internazionalizzazione del business, il quadro cambia quando l’attenzione si focalizza sui singoli reparti dell’azienda. Già a partire dalle figure professionali adibite alle attività di Approvvigionamento e Immagazzinamento delle materie prime, infatti, l’opinione degli addetti ai lavori sulla reddittività delle tecnologie informatiche è decisamente ridimensionata: rispetto ai CIO, i responsabili delle linee di produzione e dei reparti logistica ritengono, ben nel 65% dei casi, che il ruolo dell’ICT sia nullo o scarsamente rilevante. Le divergenze di pensiero, però, si riducono se la prospettiva d’analisi si sposta al futuro prossimo, con circa il 70% dei responsabili che attribuisce un’importanza maggiore all’ICT.
In particolare, questi ultimi ritengono come prioritario il beneficio che l’ICT potrà apportare in termini di incremento e miglioramento delle metodologie di comunicazione e di collaborazione.
Anche sul fronte della Produzione, l’opinione dei responsabili non è positiva, con il 55% degli intervistati che non ritiene essenziale l’apporto dell’ICT e che, se interrogati sul ruolo futuro che le tecnologie potranno giocare rispetto all’output della propria linea di produzione, rispondono di confidare nella possibilità di raggiungere una maggiore standardizzazione dei processi.
Fanno da contraltare gli addetti all’area Distribuzione, che mostrano un approccio alla tecnologia molto più ottimistico e propositivo rispetto ai colleghi delle altre sezioni: il 32% del campione attribuisce una notevole importanza al ruolo svolto in passato dalle tecnologie ICT e il 92% è sicuro che in futuro queste stesse applicazioni, eventualmente migliorate, saranno protagoniste nei propri reparti.
Prioritarie le funzionalità riferite all’integrazione dei dati, al controllo del lavoro e delle attività svolte da remoto e nella misurazione delle performance del CRM.
Gli ultimi due ambiti di analisi della ricerca dell’Osservatorio fanno riferimento all’attività quotidiana dei settori marketing e vendite, quelli maggiormente coinvolti nelle mansioni di front office e per questo più sensibili al supporto che la tecnologia può offrire. Anche in questo caso, considerata una maggiore apertura mentale e operativa dei responsabili e degli addetti rispetto al tema dell’ICT, le principali attese sono riposte nella possibilità di usufruire di un sistema di gestione e di controllo dei dati integrato e, soprattutto, più sensibile rispetto alla misurazione delle performance aziendali.
Quest’ultima prerogativa, nello specifico, risulta peculiare degli addetti alle vendite, per i quali l’utilizzo di strumenti che possano migliorare l’organizzazione e la proposizione dell’offerta ai clienti è prezioso nell’ottica del posizionamento del brand sul mercato.