Il Cloud Computing sta portando molti cambiamenti chiave nella gestione delle componenti fisiche, applicative e di servizio. David Greene, Vice President of Solutions Marketing di BMC, illustra quanto è importante disporre di un frame work in grado di far dialogare IT e business

Il Cloud Computing è uno dei temi chiave nel rinnovamento delle infrastrutture IT, attorno al quale ruotano molti cambiamenti. Mutamenti che non sono solo tecnologici dal momento che impattano in modo sostanziale su management delle infrastrutture, dei requisiti e delle prestazioni in uno scenario che vede evolvere i tradizionali rapporti tra IT e business e ha molti punti critici nella gestione del cambiamento. Tra i fornitori che oggi indirizzano le nuove esigenze create dal Cloud c’è BMC Software che di recente ha annunciato l’espansione delle funzionalità (ottimizzazione delle capacità, gestione proattiva delle performance di rete, valutazione dell’esperienza degli utenti) all’interno della propria soluzione di Cloud Lifecycle Management. Un cambiamento in accordo con quelle che l’azienda ritiene essere le priorità dei CIO: mobility, Cloud, virtualizzazione, collaborazione e sicurezza. Di come BMC si sta attrezzando per offrire tecnologie e strumenti di gestione appropriati per la gestione dei nuovi ambienti CBR Italy ha parlato con David Greene, Vice President of Solutions Marketing di BMC.

 

Come BMC sta interpretando i cambiamenti in atto?
BMC è cambiata molto negli ultimi due anni, anche al suo interno. Oggi abbiamo più persone, abbiamo sviluppato l’impegno nel Cloud Computing, nell’area del Service Management, del Virtualization Management. Cosa molto importante, abbiamo apportato cambiamenti seguendo un approccio comune e con l’obiettivo di aiutare le figure IT a dare più supporto al business aziendale. Il Cloud è definitivamente entrato tra le componenti strategiche delle grandi installazioni, ha attirato investimenti anche in Europa ed è fonte di un numero crescente di richieste di valutazione, soluzioni, creazione di architetture e altro. Nell’attuale momento economico c’è fame per soluzioni che permettono di ridurre i costi IT, bilanciando servizi interni e in outsourcing, aumentando il livello di automazione, ma anche dando più mobilità alle organizzazioni IT.

 

Cosa è oggi importante nell’ambito del Service Management?
Siamo impegnati nel Cloud Computing e nel Service Management sulla base della strategia complessiva del Business Service Management (BSM). Siamo stati i primi ad abbracciare il BSM nel 2002 rispondendo alle esigenze dei reparti IT di avere migliore gestione della tecnologia e delle applicazioni. Servono non solo gli strumenti che aiutano l’IT a fare un bel lavoro, ma anche per parlare con il business, con persone che non si intendono di traffico di rete o data automation. La filosofia è far dialogare l’IT con il business attraverso un framework per supportare la definizione dei requisiti standard, che poi è il ruolo del Service Management, per comprendere come i cambiamenti impattano sulle parti in gioco, gestire i cambiamenti, fare monitoraggio, verificare se ciò che si fa incontra davvero gli obiettivi, con una vista comune comprendente gli asset, le applicazioni e come sono usate.

 

Cosa caratterizza l’approccio di BMC al Cloud Computing?
Guardiamo al Cloud come alla prossima piattaforma di computing. C’è il mainframe, ci sono i sistemi midrange, i file server, il Cloud e le applicazioni. La “nuvola” è un modo efficiente per l’utilizzo dell’hardware e per disporre di nuove risorse. Il nostro contributo è nella gestione, nel fare in modo che sia sicura, che il sistema funzioni e abbia un valore. In azienda ci sono ambienti fisici, Cloud, client/server, persone creano e spengono macchine virtuali: serve sapere come sono utilizzate le risorse, se portano a risultati utili. Sulla “nuvola” le applicazioni girano su macchine diverse in funzione dei carichi di lavoro: occorre essere certi che siano rispettati gli standard di sicurezza aziendali e le compliance di legge. La piattaforma di gestione per l’ambiente Cloud deve permettere alle persone di avere pieno controllo. Al di là di questo serve aiutare i data center nell’adozione del Cloud, nel processo di adattamento che ne consegue. Non si può usare un infrastruttura Cloud senza strumenti che aiutino l’IT sul fronte delle applicazioni o dell’unificazione della gestione di tutti i server e del networking. I data center sono ambienti in cui convivono nuvole pubbliche, Cloud private, server e altri sistemi che devono essere impiegati al meglio, a vantaggio del business.

 

Quanto contano economie e automazione?
La virtualizzazione dà grandi vantaggi nel consolidamento delle applicazioni. Per alcuni utenti, i cambiamenti nei costi di licenza VmWare hanno comportato il raddoppio o la triplicazione dei costi delle loro virtual machine. BMC ha un ambiente tra i più integrati dell’industria che evita sprechi e duplicazioni, gestendo le infrastrutture che il cliente ha in casa o che vuole, nell’intero ciclo di vita dei servizi al business. Dall’integrazione deriva la capacità, per esempio, di avvalersi del performance management sia nella gestione di ambienti Cloud, sia nel configuration management; le informazioni ottenute sono una base per risolvere le richieste (ticket) degli utenti. I ticket possono innescare le richieste di cambiamento da sottoporre ad approvazione. Quando l’approvazione arriva, si avvia l’attività di provisioning del sistema o di cambiamento delle configurazioni attraverso la piattaforma di automazione e validazione. Questa è la nostra idea di lifecicle closed loop per gli ambienti di servizio che vediamo ancora incompleta nell’offerta dei nostri competitor. Riteniamo d’essere i soli con un set integrato di tool che non richiedono al cliente la messa insieme di differenti tecnologie.

 

Qual è il contributo delle recenti acquisizioni?
Le ultime acquisizioni sono strategiche. Con Aeroprise abbiamo acquisito interfacce mobili per migliorare la produttività nel supporto IT online attraverso dispositivi mobili, in accordo con le richieste degli end user di avere interfacce self service per attività di supporto anche su iPhone, iPad, Blackberry. L’uso dei dispositivi mobili è un trend in crescita e questo significa maggiori capacità e applicazioni. C’è una nuova generazione di lavoratori che ha grande familiarità con l’IT, opera in mobilità e online, lontano da un terminale fisso. Riteniamo che i sistemi mobile siano sempre più importanti nell’ambito del data management. Con l’acquisizione di Coradiant possiamo monitorare l’esperienza end-user, per assicurare che business e l’IT parlino lo stesso linguaggio. In presenza di ambienti applicativi complessi che dipendono da piattaforme differenti è difficile valutare il buon funzionamento dell’IT: serve misurare le prestazioni con la prospettiva dell’end-user. Se le prestazioni non sono soddisfacenti occorre guardare in profondità alle connessioni di rete o ai server che forniscono lo strato applicativo in funzione del loro contributo alla prestazione complessiva. Abbiamo oggi le tecnologie che ci servono, almeno finché l’evoluzione non aprirà dei gap. L’industria IT continua a cambiare molto rapidamente, mi aspetto sviluppi nel campo delle applicazioni mobili e nel mobile application management su cui si concentrano gli investimenti. Sul fronte del Cloud Computing continueremo a impegnarci sia attraverso l’acquisizione di tecnologie sia con sviluppo interno. In quest’area è stato importante l’acquisto nello scorso anno del business software di Neptuny che ha portato strumenti per il Cloud planning e l’ottimizzazione delle prestazioni in ambienti ibridi. Proseguiremo su questa strada.

 

Quanto contano le relazioni con partner come Unisys o Cisco?
BMC ha recentemente ampliato alle soluzioni di networking la partenrship già esistente da molti anni con Unisys e che vede il service provider impiegare tecnologia BMC per lo sviluppo e il delivery di servizi ai propri clienti. Molto spesso anche i clienti Unisys usano al loro interno i tool BMC per essere sicuri che l’IT vada come richiesto. Con Unisys sussiste anche una relazione a livello tecnologico, simile a quelle che già abbiamo con Cisco, Red hat e Netapp. Cisco ha integrato la nostra soluzione per il provisioning automatizzato nei propri tool management impiegati con la loro piattaforma di Unified Computing System. Abbiamo collaborazioni per l’Integrated Cloud Delivery Platform che si basa su loro hardware, loro manager e sui nostri tool di gestione. Con Red Hat, infine, collaboriamo sul fronte del provisioning.