I risultati di una ricerca fanno luce sulla penetrazione delle tecnologie Ucc tra le imprese e la Pubblica amministrazione italiana. I grandi crescono mentre le Pmi stanno a guardare.

Sono stati presentati al Politecnico di Milano i risultati di una ricerca realizzata dall’Osservatorio Unified Communication & Collaboration, che da tre anni si occupa di monitorare lo stato di adozione delle soluzioni di Ucc nelle aziende e Pubbliche Amministrazioni italiane.

La ricerca ha coinvolto 261 piccole e medie imprese Italiane e 107 organizzazioni di grandi dimensioni, analizzando le risposte a questionari dei responsabili dei sistemi informativi e case history, ed è stata realizzata in collaborazione con Aastra, Cisco, CDC, IBM, Jabra, Plantronics, Selta e Siemens Enterprise Communications.

Per il 2012 i risultati si prevedono in crescita per quanto riguarda l’investimento per addetto nelle grandi imprese, con un incremento del 5,2% rispetto all’anno precedente, mentre le Pmi si mantengono sugli stessi valori del 2011.

Secondo la ricerca le piccole imprese italiane pensano all’Ucc principalmente per l’area Voce&infrastruttura VOIP (22%) e l’81% delle Pmi utilizza strumenti consumer soprattutto perché facili da capire e usare, nel 68% dei casi senza alcuna integrazione con i servizi It e senza consentire l’accesso a clienti finali e altri attori.

Le grandi imprese invece investono prima di tutto nell’area Email&Calendari (88%) in gran parte attraverso soluzioni Cloud, ma gli investimenti più consistenti sono nella creazione degli Unified Contact Center.

Pur facendo rilevare, come detto, un trend di crescita degli investimenti per il 2012, le grandi imprese che fanno un uso maturo del degli strumenti di Unified Communication & Collaboration restano una minoranza: solo il 15% secondo la ricerca.