Chi viaggia molto sa che il mondo è sempre più simile. Lo è nelle città, negli aeroporti, nelle infrastrutture e urbanizzazioni ma anche nelle sue componenti tecnologiche. I dispositivi mobile sono ovunque a tutte le latitudini, il Wi-Fi è parte integrante dell’infrastruttura, i gadget tecnologici standardizzano anche il sapore e le caratteristiche degli stessi stili di vita in società e civiltà diverse.

La convergenza non è solo una questione tecnologica, ma funzionale e di mercato, di finalità e di scopo. La convergenza sta avvenendo a tutti i livelli, di infrastruttura, di contenuti, di servizi e di applicazioni. Se riferita al settore ICT (Informazione + comunicazione), non è solo una problematica tecnologica ma una grande opportunità per il superamento dei molti ‘digital divide’ esistenti. È una convergenza che influirà sul nostro modo di vivere e di lavorare, di divertirci e di viaggiare, portandoci in dote vantaggi e numerosi benefici. A patto che si sappia comprendere il fenomeno in corso e si sappiano cogliere le molte opportunità che esso può offrire.

 

La convergenza tocca tutti gli ambiti sociali della nostra vita, è simile ovunque perché simili sono le tecnologie che la rendono possibile ma si presenta in posti diversi con sapori e caratteristiche culturali diverse. Per dirla con Kevin Kelly in “Quello che vuole la tecnologia”, il modo di usare i telefoni cellulari dei giapponesi è diverso da quello degli europei, il sistema di produzione dell’etanolo in Brasile è unico sulla terra e la diffusione degli scooter in India non ha riscontri nel resto del mondo.

 

La convergenza segue alcune regole fondamentali. Le nuove tecnologie evolvono da quelle precedenti e ne sfruttano, su percorsi possibili diversi, le specificità. La convergenza non si attua uniformemente in tutte le parti del mondo, ma è resa possibile da gruppi emergenti di innovatori anche là dove sembra avere scarsa capacità attrattiva. La tecnologia si muove verso un percorso di maggiore complessità e convergenza che è paragonabile allo sviluppo di un organismo biologico ma sembra avvenire in modo deterministico. Se si afferma un solo percorso possibile, diminuisce la possibilità di fare scelte alternative. Tutti sono chiamati ad uniformarsi come se quel percorso fosse diventato inevitabile eliminando o reprimendo possibili alternative, anche se valide. La convergenza fa emergere tecnologie eretiche e ‘disruptive’ forzando cambiamenti non voluti e innovazione. Le forze che operano per la convergenza non sembrano incontrare, per il momento, molti ostacoli o resistenze e la convergenza che vedremo a livello sociale si avrà a livello governativo, istituzionale, aziendale ma anche individuale delle singole persone.

 

Nel 1642, all’introduzione dell’Abacus/Pascaline, pochi sarebbero riusciti ad immaginare la convergenza tecnologica attuale, ossia la tendenza di sistemi tecnologici diversi ad evolvere verso capacità funzionali e attività simili. Oggi le convergenze in atto sono essenzialmente tre: convergenza di contenuti digitali diversi ( dati, audio, voce, video) che possono essere memorizzati nello stesso formato e distribuiti attraverso tecnologie diverse (computer, telefoni, tablet, televisione); convergenza tecnologica con ibridazione o integrazione di più dispositivi in uno solo; convergenza dei media con la creazione di un’unica grande industria dei media che rimuove le barriere tra IT, Telecom, media ed elettronica consumer.
Il cambiamento principale sta avvenendo nel modo in cui usiamo la tecnologia. Comprendere la convergenza in atto significa comprendere innanzitutto i benefici e i vantaggi da essa derivanti a livello individuale e professionale.

 

La convergenza gioca un ruolo importante nella società, nell’economia e nello sviluppo di innovazione. Influenza interventi legislativi sul welfare, il modo in cui le aziende operano sul mercato e le persone comunicano e collaborano tra di loro. La convergenza tecnologica offre nuove opportunità e favorisce il superamento del digital divide. Assume ruoli ed importanza diversa a seconda degli addetti ai lavori coinvolti spingendoli a verificare uniformità di percezioni e conoscenze e a sviluppare il dialogo e il confronto. Grazie alla standardizzazione che essa impone rende trasparente e modulare la comunicazione e l’interazione tra prodotti diversi facilitando integrazione e collaborazioni nelle filiere produttive. Una tecnologia convergente abbatte le barriere all’ingresso, contribuisce ad una maggiore competitività, diminuisce i costi delle risorse da acquistare, favorisce il time to market e genera nuove opportunità di business.

 

La convergenza non è senza difficoltà e rischi. Obbliga a definire nuove regole e policy adeguate che coinvolgano tutti gli addetti ai lavori (stakeholder). Si tratta di proteggere interessi pubblici, evitare che vengano usati politicamente e in modo artificioso per proteggere mercati verticali. Per far fronte alla convergenza i legislatori devono rispondere rapidamente con nuove leggi e regole
normative. Gli addetti ai lavori devono essere più competitivi , devono sviluppare la loro offerta di servizi, di applicazioni e contenuti. Tutto deve avvenire attraverso piattaforme standard e aperte ma anche scalabili e sicure. La convergenza facilita l’interoperabilità, la modularità, la flessibilità, l’armonizzazione ma, a tutti gli operatori coinvolti, richiede un approccio maggiormente cooperativo. Tutti devono operare per eliminare le barriere all’ingresso e per facilitarne l’adozione, tenendo conto delle specificità dei mercati, delle culture locali e delle diverse velocità con cui tutto avviene.