Il digital divide è stato al centro dei temi discussi nel corso del Forum della pubblica amministrazione 2012

L’Italia rispetto agli altri paesi europei, in materia di alfabetizzazione e accesso alla Rete, sconta ancora un divario molto ampio.

 

Il digital divide italiano, soprattutto se rapportato ai dati europei, è ancora molto grande: in Europa le famiglie che utilizzano Internet con regolarità sono pari al 73,2%, mentre nella nostra penisola siamo fermi al 61,6%.

 

Per lo sviluppo del nostro Paese l’Agenda Digitale assume un ruolo chiave come puntualizzato dalle posizioni del Governo Monti. Per digital divide s’intendono tutti quei servizi come l’home banking, l’e-commerce, l’utilizzo dei sistemi di pagamento online, tutte potenzialità che gli italiani sembrano sfruttare molto poco, e in misura inferiore rispetto ai colleghi stranieri.

 

L’attuazione dei processi digitali è urgente per consentire una maggiore diffusione delle tecnologie e agevolare l’accesso al Web da parte dei cittadini e delle Pubbliche Amministrazioni locali.

 

Facendo attenzione ai dati, diffusi da Roberto Azzano, practice leader di NetConsulting, si evince come solo il 36,3% della popolazione in Italia utilizza l’online banking, mentre in Europa la cifra sale fino al 52,5%, e ancora più ampio è divario tra gli italiani che fanno shopping online, solo il 27,2%, contro il 58,1% in Europa.

 

L’azione del Governo, in materia di Agenda Digitale, spinge verso l’innovazione e il potenziamento dei servizi tecnologici a favore di cittadini e imprese. Numerose sono le iniziative avviate negli ultimi mesi attraverso il decreto sulle semplificazioni, sulle liberalizzazioni e i limiti nell’uso del contante.

 

Come affermato dal presidente di Consumers’ Forum Sergio Veroli per colmare il digital divide è necessario agire su due fronti, alfabetizzazione dei cittadini e riduzione dei costi: ” In Italia esiste un deficit di banda larga e di infrastrutture e un deficit di utilizzo, sia fra gli utenti che fra le piccole imprese. C’è un problema di alfabetizzazione delle persone ma anche di conoscere a cosa serve Internet. E c’è un problema di costi. In una situazione di crisi economia è possibile che alcune persone non si allaccino all’Adsl perché mancano i soldi. Qui dovrebbero intervenire Stato, regioni, istituzioni, ad esempio con la possibilità di una connessione che sia davvero accessibile a tutti. Inoltre c’è una situazione di arretratezza della Pubblica Amministrazione. Da una parte non è attrezzata a rapportarsi con gli utenti in via telematica, dall’altra, quando lo fa, spesso lo rende molto complicato“.

 

 

 

 

La strada italiana verso l’Agenda Digitale, come ogni altro Paese europeo, prevede una propria strategia che individua le priorità e le modalità di intervento per sopperire al gap digitale.

 

Il Governo Monti ha ripreso con forza questa azione nel DecretoSemplifica Italia” e ha istituito nel marzo scorso una Cabina di regia che coinvolge la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e il Ministero dello Sviluppo Economico.

 

Il sito www.agenda-digitale.it racconta le attività della Cabina di Regia e vuole offrire un luogo in cui raccogliere le indicazioni e i suggerimenti di cittadini e stakeholders. Per questo è stata lanciata una consultazione, accessibile dall’11 aprile al 15 maggio 2012. Il 26 aprile, inoltre, è stata lanciata sulla piattaforma on line Ideascale una raccolta di idee che, in soli quindici giorni, ha visto oltre 250 proposte inviate, con più di mille commenti e quasi 6.600 voti degli utenti.

 

L’obiettivo dell’Agenda Digitale è quindi quello sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività. I principali strumenti individuati per raggiungere questo obiettivo sono: mercato digitale unico, internet veloce e superveloce, interoperabilità e standard comuni.