Mentre arriva in Italia l’attesa versione pro di Surface e si prepara al debutto Xbox One, con l’ambizione di essere molto più di un sistema di intrattenimento domestico, Microsoft sembra aver cambiato idea sull’interfaccia del nuovo Windows. Pesa il parere negativo di molti analisti e l’insoddisfazione di chi ha un notebook tradizionale ed è costretto a fare i conti con uno strumento progettato per i tablet. È una scelta coerente?

Ma Windows 8 è un successo o un flop? Stando ai numeri puri delle licenze consegnate nei primi mesi successivi al lancio, oltre 100 mila secondo Microsoft, sarebbe lecito parlare di un ottimo risultato. In realtà gran parte della produzione di pc e notebook lanciati con il nuovo sistema operativo è rimasta a lungo sugli scaffali, e molte licenze individuali sono state vendute solo grazie all’inedita promozione che consentiva di acquistare l’aggiornamento per meno di 30 euro, purché si completasse la transazione entro la fine dello scorso anno.

Secondo molte analisi, quindi, i risultati di Windows 8 non hanno completamente soddisfatto le aspettative. Più di questo, però, contribuiscono a sgonfiare l’euforia intorno a Windows 8 le ricerche effettuate dalla stessa Microsoft sul sentiment degli utenti relativamente ai nuovi prodotti. Anche senza scomodare sofisticate tecnichie di business analytics, non è difficile rendersi conto che, pur offrendo gran parte delle caratteristiche promesse nel corso del suo sviluppo, Windows 8 ha raccolto molte critiche per l’ergonomia dell’interfaccia, che rappresenta un gran passo avanti per chi ha un touchscreen ma rende la vita decisamente più complicata a chi usa un notebook tradizionale. La scelta iniziale di favorire il nuovo ha infatti chiuso le porte a chi pensava di  aggiornare da Windows 7 o Vista, categoria che comprende anche molte aziende, relegando le possibilità di diffusione del nuovo Windows solo alle vendite, peraltro in continuo declino, di nuovi modelli di notebook e  tablet che non hanno ancora mantenuto le promesse in termini di pezzi venduti.

 

Con Windows Blue si cambia

In questo contesto vanno inserite le recenti dichiarazioni di Tami Reller, responsabile marketing di Windows, rilasciate al Financial Times, secondo cui a Redmond starebbero ripensando la strategia per venire incontro alle critiche. Questo significherebbe che con Windows Blue, ovvero la versione 8.1 di Windows, dovrebbe ricomparire il bottone Start e potrebbe essere “disinseribile” l’interfaccia a tile che è stata finora la firma del nuovo OS. Sarebbe un dietrofront abbastanza clamoroso, in qualche modo simile a quello dell’UAC di Vista, che ne ha rovinato per sempre la fama. L’aggiornamento, che verrà rilasciato a fine giugno, potrebbe quindi segnare nuovamente una separazione tra i due mondi che con Windows 8 Microsoft ha cercato di conciliare, quello dell’IT tradizionale, di cui hanno ancora bisogno le imprese, e quello dei device facili e accattivanti, che vivono di cloud.

 

Hanno senso Surface Pro e Xbox One?

Che il fronte dei device sia importante per la nuova Microsoft lo testimonia il lancio, quasi contemporaneo di Surface Pro e della nuova console, che non si propone solo come uno strumento ludico.

Il primo è la versione più pesante e potente del primo tablet Microsoft, capace stavolta di far girare codice x86 e quindi di installare anche applicazioni per Windows 7. Il prezzo di questa opportunità è un’autonomia dimezzata e una portabilità decisamente compromessa rispetto al fratello minore, che peraltro costa circa la metà. Un dispositivo ponte, quindi, con caratteristiche da notebook ed ergonomia da tablet.

Dall’altra parte del “progetto” c’è Xbox One, che con il nuovo Kinect vuole andare oltre i videogiochi, proponendosi come centro servizi innovativo non solo per la casa, bensì in ogni ambito in cui le soluzioni Microsoft devono essere messe a contatto col pubblico.

Si tratta di un disegno coerente o è semplicemente un modo per inseguire le bizze di un mercato di riferimento che irrimediabilmente  non è più lo stesso? L’impressione è che siano vere entrambe le cose. Certo incaponirsi su una strada sbagliata potrebbe portare Redmond al disastro, mentre le geometrie variabili sembrano la scelta migliore in questo frangente. L’importante è che i prodotti siano buoni. Windows 8 tecnicamente lo è, ma la sua interfaccia manca di senso pratico. Surface RT, al di là del modesto successo ottenuto finora, è un prodotto pieno di senso, mentre Surface Pro non è né carne né pesce. Quanto a Xbox One, sembra avere le carte in regola per ripercorrere il successo del primo modello, unico grande risultato portato a casa da Microsoft negli ultimi anni.

Avanti, quindi, ma in ordine sparso. Una buona strategia, a patto di non esagerare con il ‘lateral thinking’.