I piani di Crescita e Banda ultra larga del Paese sul tavolo di Bruxelles, previsti fondi e massimo impegno da parte degli enti

Il Paese è in costante fermento. A partire dai consumatori che mettono le offerte adsl presenti sul mercato a confronto per scegliere le migliori performance di rete al più basso costo, alle aziende che si informano sugli incentivi per l’installazione di infrastrutture wifi, ai Piani di Crescita e di Banda ultra larga introdotti dal Governo, l’intera penisola si muove verso la digitalizzazione e lo sviluppo tecnologico.

Basta dare uno sguardo al sito dell’Agenda Digitale Italiana, infatti, per rendersi conto di quante siano le strategie di digitalizzazione attualmente in corso di attuazione nel Paese. Dalla banda ultra larga, obiettivo preminente, all’identificazione digitale tramite SPID, passando per i pagamenti elettronici, tutti questi progetti ambiscono a un piano di coordinamento nazionale e ad una validità a livello europeo.

Fondi e stesura dei Piani

Per prima cosa, si deve a una congiuntura particolarmente positiva l’opportunità al Governo di disegnare strategie nuove per lo sviluppo nazionale e del Sud, grazie alla disponibilità di 130 miliardi di euro provenienti da fondi europei e nazionali. Proprio da questi fondi, FESR, FEASR, FSC 14/20 e FAS 07/13, il Paese può infatti trarre le risorse utili alla sua crescita.

E come evidente, il rilancio dell’economia non può che passare, ai nostri giorni, per la digitalizzazione. A tale proposito sono due le strategie in fase di scrittura e progettazione: il piano per la Crescita e quello per la realizzazione di infrastrutture a banda ultra larga, attese nella loro versione definitiva per la fine del mese.

I Piani digitali a Bruxelles

Giunti alla loro stesura definitiva, i piani per la digitalizzazione del Paese potranno essere inviati a Bruxelles e qui analizzati. La valutazione si baserà nello specifico sul soddisfacimento delle condizionalità ex ante per la spesa dei fondi comunitari 14/20 e sulla compatibilità con gli aiuti statali.

I due Piani, quindi, potrebbero incorrere in alcune necessarie modifiche o aggiustamenti, sebbene appaiano perfettamente in linea con l’agenda digitale della Strategia EU2020. Eccetto per il nuovo Piano Banda ultra larga, che aggiunge ai modelli precedenti la defiscalizzazione per le infrastrutture BUL, infatti, l’iter ricalca quello già approvato.

Lo scenario più probabile, già precedentemente tracciato, immagina, nel giro di 5-7 anni, il raggiungimento dell’obiettivo della copertura del servizio a 100 Mbps per il 50% circa della popolazione. Lasciando l’altra metà alla velocità di 30 Mbps, l’intenzione appare meno ambiziosa di quell’85% ipotizzato in precedenza, ma di certo è più realistica.

Istituzione dei fondi

Ultima tappa per la realizzazione dei Piani è l’istituzione di un polo di attrazione dei fondi. Almeno per la banda ultra larga, l’intenzione è quella di aprire un fondo multi fondo e multi programma atto a direzionare tutti gli investimenti in maniera esclusiva, centralizzata e quindi capace di sfruttare sinergicamente le risorse disponibili.

Questo strumento, d’altronde, è stato già adottato da molti Paesi europei poiché permette, tra i vari vantaggi, di aggirare il vincolo del patto di stabilità, attirando l’interesse di molti enti locali. Appare chiaro, quindi, come questo tipo di fondo possa essere, quando coadiuvato dall’impegno alla digitalizzazione dei singoli privati e dalla regolamentazione di Agcom, uno strumento estremamente efficace per l’attuazione e l’efficacia dei Piani di crescita.