Anche l’ambito Cad e Cam subisce le chimere consumer del multitouch e del 3D ma le motivazioni non sono assolutamente effimere

Mentre là fuori (dagli studi di progettazione) è tutto un touch, loro, i progettisti, stanno alla finestra e sorridono di fronte a una tecnologia che conoscono bene e da anni. Di enorme attualità, il touch screen fa la fortuna di produttori di schermi per smart phone, navigatori GPS, stand alone o embedded, e per iPad, ultimo arrivato tra gli schermi da toccare. Il mercato dell’Automotive è uno di quelli che ha maggiormente stimolato l’innovazione in quest’ambito: negli studi di progettazione gli schermi sensibili al tocco (di un pennino) sono presenti già da molti anni. Chiariamo subito che parliamo di due tipi di applicazione e di utilizzo, consumer e professionale, con scopi e funzionalità molto diverse ma è indubbio che la diffusione mainstream del touch screen derivi da sperimentazioni che si fanno risalire addirittura al Telautografo ideato nel 1886 da Elisha Gray. Dalla seconda metà del Ventesimo secolo, poi, l’evoluzione della tavoletta grafica non si è più arrestata mantenendo, comunque, l’idea di base: uno schermo capace di riconoscere ed elaborare i tocchi effettuati con un pennino, sia che l’obiettivo fosse il riconoscimento della scrittura o l’elaborazione digitale di progetti industriali. E, anche se il polpastrello non potrà mai essere preciso quanto una penna, il multitouch, tecnologia caratteristica degli schermi sensibili al tocco, ha comunque trovato un preciso spazio anche nell’ambito del disegno e della progettazione. L’evoluzione che ci possiamo aspettare nel prossimo futuro va ben oltre il puro concetto di touch e, piuttosto, supera le dimensioni bidimensionali di una tavoletta grafica per puntare dritta verso la terza dimensione attraverso l’Augmented Reality. Ma andiamo con ordine. L’Automotive è certamente uno dei mercato per cui la progettazione grafica è una componente imprescindibile e, complici le richieste di un time to market sempre più impellente, imprescindibile è anche la tavoletta grafica, meglio se Wacom.

Con la penna e con le dita
L’azienda giapponese è leader del settore e si pone anche come riferimento per l’innovazione visto che su molti dei suoi brevetti lavorano altri vendor. Guido Möller, Product Manager Professional Products Wacom Europe mette subito le mani avanti: “I prodotti Wacom più importanti per il settore Automotive sono, da ben 7 anni, i display interattivi con penna Cintiq, in particolare l’ultimissimo modello, la Cintiq 21UX. Generalmente, per il design dei prodotti, i display interattivi sono la scelta migliore poiché – evidentemente – rappresentano in digitale quanto di più simile si possa ottenere al lavoro su carta”. La tavoletta delle meraviglie, la Cintiq 21UX comprensiva di penna, ha un prezzo che si aggira intorno ai 2mila euro ma è l’investimento della vita per un progettista. Grazie alla tecnologia proprietaria Tip Sensor di Wacom, la tavoletta garantisce una sensibilità mai ottenuta prima, capace di ben 2048 diversi livelli di pressione partendo da un tocco iniziale di un grammo e arrivando a simulare la sensazione, la risposta e i risultati di pennelli, evidenziatori e penne tradizionali. E se l’ambito professionale si guarda bene dal confondersi con quello più consumer, cogliamo comunque un certo interesse da una indiscrezione di Möller: “in alcune manifestazioni abbiamo già mostrato un prototipo che integra la tecnologia multitouch nelle esistenti Cintiq 21UX”. Il multitouch, lo stesso che è stato sdoganato pubblicamente da Apple con il suo iPhone. Il manager di Wacom si riferisce a una presentazione della versione 2010 del software di modellazione tridimensionale SolidWorks durante il SolidWord World tenutosi a fine gennaio di quest’anno. L’ultima release del software integra funzioni multitouch che se non ci fossero dispositivi hardware pronti per questa tecnologia e se non ci fosse la richiesta degli utenti, non sarebbero giustificate. L’hardware su cui è stata fatta la demo è un prototipo di una nuova tavoletta Cintiq 21UX che, appunto, ha dimostrato di possedere queste caratteristiche innovative. Essenzialmente, si è aggiornato lo schermo touch al multitouch per cui, mantenendo invariate le possibilità fornite dal reticolo dello schermo, è possibile agire anche con un paio di dita per funzionalità di zooming, di rotazione o di movimento del modello su cui si sta lavorando. Il nuovo modello della famiglia Cintiq non decreterebbe l’esordio nel multitouch nei laboratori di Wacom: l’anno scorso, infatti, l’azienda giapponese aveva introdotto la Bamboo Touch, una tavoletta grafica destinata all’ambito consumer ma, in ogni caso, la prima a integrare il multitouch. Il motivo di questa introduzione, insieme a quella delle Touch Strips personalizzabili ai lati della cornice della tavoletta, si spiega essenzialmente con la necessità del disegnatore di essere più veloce nello sviluppo del progetto. Le funzioni aggiuntive delle moderne tavolette grafiche, infatti, consentono di evitare il ricorso ad altri strumenti di input, tipicamente mouse e tastiera, per la finalizzazione del lavoro e l’utilizzo di comandi base del sistema operativo e degli altri applicativi.

Abbattere il time to market
Il manager di Wacom, infatti, sostiene che “la combinazione di penna e tocco è l’ideale per i progettisti. La precisione che si raggiunge grazie all’utilizzo della penna non si può paragonare con nulla. Ma per altri compiti come navigazione, zoom o scroll, il sistema “touch” è un metodo molto intuitivo di input. In futuro – prosegue Möller – l’interfaccia utente assumerà un ruolo principale, molto più che nel passato e le nuove caratteristiche hardware e software saranno sempre più orientate verso nuovi metodi di input”. E poi, se è vero ciò che sostiene Möller, ovvero che in quest’ambito non si muove foglia che la community di designer e specialisti non voglia, è certo che una funzionalità del genere ci voleva. “Loro (i progettisti) vogliono lavorare direttamente con il mezzo – prosegue Möller. Vogliono trasferire il ‘tradizionale’ modo di lavorare con carta e penna nel mondo digitale e mouse e tavolette standard non sono più sufficienti. Per disegnare linee perfette, è fondamentale che la dimensione e la sensibilità della superficie di lavoro, così come la penna e i pennini, siano il più naturali possibile. Per aumentare la produttività, poi, i supporti devono garantire velocità”. Ecco allora giustificate le innovazioni in termini di sensibilità della penna e, ancora, l’introduzione delle due Touch Strips, situate a destra e a sinistra della parte posteriore del display. Ogni Touch Strip possiede un proprio pulsante Touch Strip Toggle che controlla fino a 4 diverse funzioni definibili dall’utente per ciascuna applicazione. Gli utenti possono facilmente controllare e selezionare diverse funzioni quali zoom, scroll, modifica dimensioni pennello e rotazione canvas. Alcune di queste potranno, in seguito, essere gestite direttamente su schermi multitouch. Concludiamo la chiacchierata con il manager di Wacom chiedendo perché il settore è così particolarmente attento alle evoluzioni tecnologiche delle graphic tablet? “Ci sono molte ragioni – risponde Möller. Prima di tutto, le esigenze del settore Automotive sono molto alte quando si parla di qualità e produttività. I progettisti di quest’ambito investono molto tempo e preparano progetti diversi, di questi solo pochi saranno selezionati. Dal momento che il progettista ha la possibilità di lavorare direttamente sullo schermo con la penna e quindi fare uno schizzo direttamente sul modello 3D, l’intero processo diventa più veloce e più accurato. Più è accurato il rendering – e quindi il modello 3D – migliore sarà il primo prototipo”.

Dieci dita sullo schermo
La prova che il multitouch può aprire orizzonti interessanti, anche nell’ambito della progettazione grafica, l’ha fornita 3M all’ultimo Cebit di Hannover. Il 3M M2256PW è un display da 22 pollici da 1499 dollari capace di gestire il multitouch di tutte le dieci dita, simile al rivoluzionario Surface di Microsoft e decisamente valido: la tecnologia risponde velocemente, lo schermo è grande. Il 3M M2256PW si propone come uno strumento innovativo anche in ambito Cad e Cam e potrebbe decretare la scomparsa definitiva di mouse e tastiere dalle scrivanie degli studi professionali. “È nostra intenzione dimostrare l’enorme potenziale che potrebbe avere un’interfaccia multitouch come il nostro se accompagnato a un’evoluzione in questa direzione degli applicativi – ha dichiarato Francesco Fasoglio, Business Development Manager EMEA della divisione Touch Systems di 3M – per questo stiamo cercando di stabilire nuove collaborazioni con sviluppatori e software house capaci di realizzare proposte evolute per i nuovi mercati interessati”. Il verbo di 3M è stato abbracciato da SpaceClaim, che ha realizzato la prima applicazione ottimizzata per il nuovo schermo, si tratta di un direct modeling software che potrebbe dare del filo da torcere a SolidWorks. Questa evoluzione non si pone certo l’obbiettivo di eliminare tavoletta grafica e penna ma, certamente, ne diventerebbe un complemento interessante una volta che si sia concluso il drafting del progetto e lo si voglia analizzare.

Oltre lo schermo
All’Aircraft Interiors Expo di Amburgo, invece, Autodesk si è focalizzata soprattutto sulla fase di prototipizzazione. Con il Digital Prototyping, l’azienda americana spinge ulteriormente sull’acceleratore della simulazione tridimensionale, fondamentale in questa fase proprio per evitare la realizzazione del sample fisico che, soprattutto nei frequenti casi in cui venga scartato, comporta una spesa notevole. Ciò che distingue la filosofia di Autodesk, che è pur sempre una software house, è il fatto di svincolarsi il più possibile dalle caratteristiche hardware puntando a una simulazione perfetta solo grazie alla interoperabilità dei suoi diversi tool, anche se comunque nei laboratori della casa americana si sperimentano comunque le nuove interfacce touch. L’approccio di Autodesk divide la comunità dei progettisti tra quelli che, come sostiene Möller di Wacom, preferiscono lavorare con qualcosa che somigli il più possibile al modo tradizionale di lavorare (carta e penna) e quelli che abbracciano volentieri la progettazione totalmente digitale. Grazie ad Autodesk Inventor, per esempio, insieme alle ultime versioni di un foltissimo numero di applicativi, Envisage Group ha realizzato un sedile virtuale che, attraverso degli occhiali 3D, fornisce un’esperienza di simulazione anche dello stato solido del prototipo.

La realtà aumenta
Infine, c’è qualcuno che si dirige a grandi passi verso la terza dimensione. Vista all’ultimo Ces di Las Vegas, la tecnologia Light Touch sviluppata dalla Light Blue Optics nel polo tecnologico di Cambridge, si esprime attraverso un ‘proiettore interattivo’ ed è, se vogliamo, il primo passo concreto verso la Augmented Reality. In pratica, il dispositivo proietta su un qualsiasi piano un’immagine fino a 10,1 pollici in alta qualità con risoluzione Wvga attraverso un laser ‘olografico’. Dei sensori a infrarossi registrano i movimenti della mano sulle immagini e li traducono in azioni specifiche. I vantaggi sono notevoli: prima di tutto non è necessaria la tavoletta grafica, inoltre il software di gestione si basa su Windows Ce e si appoggia ad Adobe Flash Lite e il proiettore non ha un costo elevato. Se, per ora, i campi di applicazione possibili riguardano l’ambito consumer, è facilmente immaginabile quale possa essere l’impatto del Light Touch nella progettazione. Per esempio nell’effettuare prove e modifiche alla rifinitura o alla colorazione direttamente sul materiale in lavorazione e poco prima dell’elaborazione in catena di montaggio. In definitiva, è difficile immaginare un approccio vincente, è molto più probabile una complementarietà costruttiva che, a seconda della necessità, delle abitudini del professionista e delle esigenze del committente, evidenzi una tecnologia rispetto all’altra.