La Cio Survey 2010 segnala un’ulteriore contrazione dei budget a disposizione, spingendo nella direzione di progetti di cost saving e contenimento della spesa per figure consulenziali e fornitori di servizi

La sesta edizione della Cio Survey firmata da NetConsulting (e sponsorizzata da Hp, Microsoft e Telecom Italia) fotografa un mercato italiano dell’Ict ancora in difficoltà. Lo scenario è noto. Secondo i dati Assinform relativi al 2009, un settore tradizionalmente legato all’andamento macroeconomico come l’It ha lasciato sul terreno un -8,1%, mentre le Tlc, meno cicliche, hanno contenuto la perdita a un -2,3% a fronte di un Pil in caduta del -5,1%. Sicuramente alla base del pessimo risultato conseguito dall’It stanno cause strutturali che fanno riferimento alla larga base di Pmi presenti in Italia, tutte con una scarsa propensione a investire.

“Tuttavia – ha precisato Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting – se è vero che nel 2009 le piccole aziende hanno registrato un calo del 10,3% negli investimenti, le grandi imprese sono andate persino peggio, visto che hanno avuto un ridimensionamento di spesa pari all’8% ma assorbono addirittura il 57% della spesa totale”.
A registrare la discontinuità più forte è stata senza dubbio la voce legata all’hardware, ma anche i servizi (-8,1%) per i pochi nuovi progetti, le attività concentrate sulla manutenzione dell’esistente e il costante downpricing delle tariffe professionali.
Il 2010 lascia intravedere qualche luce di speranza, se è vero che il Pil nel II quarter dell’anno ha registrato in Italia un rimbalzo, all’interno, però, di un quadro mondiale fortemente disomogeneo e una situazione locale influenzata soprattutto dalla sola ripresa dell’export manifatturiero.

In questo scenario si inseriscono gli esiti della Cio Survey, condotta da NetConsulting attraverso interviste a 70 grandi imprese italiane (esclusa la Pubblica Amministrazione) per verificare le strategie It messe in atto al fine di contenere gli effetti della crisi. Ad emergere è soprattutto l’intenzione di avviare progetti It in grado di ridurre i costi, intraprendendo anche azioni di rinegoziazione dei contratti con gli It vendor, di contenimento dello spending per figure consulenziali e fornitori di servizi, o il semplice rinvio di quanto pianificato.
“La maggiore propensione a investire – ha continuato Capitani – si registra attorno a progetti in grado di portare innovazione all’interno delle aziende e agli strumenti 2.0, il tutto accompagnato da una ridefinizione delle politiche di sourcing”.
In particolare, nella classifica delle priorità It balza in prima posizione (era al terzo posto l’anno scorso) l’allineamento dell’It alle strategie di business, seguito dalla virtualizzazione dell’infrastruttura It e dal consolidamento delle applicazioni. “Anche la compliance continua a essere un boost d’investimento – ha precisato Capitani -, soprattutto in ambito Finance, mentre è da segnalare il balzo dal 14° posto dell’anno scorso al 5° di quest’anno per tutti gli strumenti in grado di migliorare la capacità decisionale”.

In generale, secondo quando rilevato dalla Cio Survey, il trend di spesa dei responsabili IT è destinato a calare nel 2010 di un ulteriore 4,1%, facendo pagare il prezzo più alto di questa decrescita ai servizi di system integration e di consulenza (-6,4%), oltre che all’hardware (-7,3%) come conseguenza del fenomeno della server consolidation. Tende a salire, invece, la richiesta di servizi di outsourcing (+2,3) per la crescente propensione a esternalizzare componenti della gestione del sistema infrastrutturale, compito assegnato sempre più spesso ai grandi operatori. “Questa tendenza – ha commentato Capitani – sta andando a impattare sulla parte bassa degli operatori, ossia sulle piccole realtà di consulenza, sottoposte anche a un’insostenibile erosione delle tariffe oramai inferiori del 40% rispetto a quelle degli altri Paesi europei. Parliamo di tariffe che non remunerano più nemmeno i costi aziendali e stanno trasformando l’Italia in un Paese di nearshoring, creando una situazione malsana”.

Per il 2010 la composizione della spesa It vede una crescita del budget dedicato agli investimenti (a quota 26,2%) a discapito delle classiche spese di manutenzione (scese al 63,8%). Tra le nuove soluzioni cui dedicare risorse aumetano di peso i progetti applicativi (che assorbono il 69% delle disponibilità economiche) mentre decrescono quelli infrastrutturali (31%). Tra questi ultimi spiccano soprattutto la virtualizzazione server, la sicurezza, la server consolidation. In ambito applicativo sono tre i principali baricentri, ossia la Business Intelligence (sempre più analitica), il CRM (per la gestione interattiva del cliente) e il Document Management (le aziende, infatti stanno scioprendo i costi di produzione, scambio e archiviazione dei documenti).
Più in generale, grande interesse è stato manifestato dai Cio nei confronti di IT Governace e dell’Unified Communications (l’alto costo della collaborazione con i lavoratori in mobilità sta spingendo, infatti, a considerare i risparmi garantiti da infrastrutture virtuali e non fisiche), oltre al cloud. Il maggiore influencer delle attività progettuali IT continua a essere il top management, seguito dalle vendite e dal maketing. Un posizionamento tutto sommato analogo per quanto riguarda potere decisionale in materia di business strategy. “In conclusione – ha tirato le somme Capitani – la situazione economica di mercato sta spingendo all’innovazione e alla razionalizzazione. La riduzione dei budget sta, infatti, obbligando a far leva dulle tecnoliogie che dando discontinuità con il passato introducono costi decrescenti. La speranza è che il Pil in crescita in tanti Paesi possa tradursi in un recupero anche per l’ICT nel 2010”. Secondo le stime Assinform, elaborate da Capitani, l’anno potrà chiudersi sostanzialmente alla pari con il 2009, registrando un fatturaro di 61.361 milioni di euro (-0,7% sul 2009), con le TLC in crescita dello 0,2% sull’anno scorso e l’It in calo del 2,7%.