INDICE DI FIDUCIA SUGLI INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE TECNOLOGICA La misura della propensione agli investimenti in innovazione tecnologica “L’impresa è per eccellenza il luogo dell’innovazione e dello sviluppo” – Joseph A. Schumpeter –   L’Indice Ifiit si stabilizza sopra la quota dei 67 punti e segnala un leggero incremento, passando da 67,20 del mese di […]


 

INDICE DI FIDUCIA SUGLI INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE TECNOLOGICA

La misura della propensione agli investimenti in innovazione tecnologica

“L’impresa è per eccellenza il luogo dell’innovazione e dello sviluppo”
– Joseph A. Schumpeter –


 

    • L’Indice Ifiit si stabilizza sopra la quota dei 67 punti e segnala un leggero incremento, passando da 67,20 del mese di ottobre agli attuali 67,40.
    • I comparti dove si registrano i più alti livelli di attenzione verso gli investimenti in innovazione sono il bancario-assicurativo, le telecomunicazioni e l’editoria.
    •  Resta stabile la fiducia nei settori del made in Italy tradizionale (metalmeccanica e industria dei trasporti) e dell’agro-alimentare.
    • Sempre debole la domanda di soluzioni tecnologiche da parte delle micro e piccole imprese, oltreché da parte dei professionisti. In calo la fiducia nell’edilizia.
    • Sul versante del digital divide, sale la percentuale di imprenditori che considera persistente il divario tecnologico con altri Paesi.
    • La propensione ad investire in innovazione tecnologica è alta nel Triveneto e in Lombardia, in leggera flessione in Piemonte. Stabile sui livelli già conosciuti nelle altre regioni.

     

    La ripresa all’insegna della stabilità
    L’economia mondiale si appresta ad affrontare l’ultimo trimestre dell’anno all’insegna della crescita, ma senza quelle spinte entusiastiche che avevano ingenerato facili aspettative nel primo periodo dell’anno. I grandi motori, come la Cina e l’India, mostrano di marciare a passo spedito. Tuttavia altre aree mondiali non presentano robusti rilanci. Negli Stati Uniti le recenti mosse della Fed, tese ad iniettare nuova liquidità nel circuito, sembrano lasciar intravvedere la necessità di nuovi stimoli, mentre in Europa è la Germania a giocare un ruolo di crescente leadership politica e di guida economica. Le indicazioni varate dalle istituzioni europee per dare al Vecchio Continente un assetto finanziario stabile (con la difesa a oltranza del rispetto del patto di stabilità e di alcuni parametri come il rapporto tra deficit e Pil e quello tra debito e Pil) vanno ad accentuare la politica di rigore chiesta proprio da Berlino. Intanto la Germania si sta rafforzando sia sul versante delle esportazioni (diventando il partner strategico della Cina per interscambio commerciale) sia sul versante europeo, dove sta puntando a diventare la regina delle reti infrastrutturali (aeree, autostradali, ferroviarie, ed energetiche). In questo quadro possono uscire rafforzate solo quelle aziende e quei distretti italiani che vivono sulle esportazioni o che hanno intessuto le loro attività con la Germania in Europa e con i Paesi emergenti (al momento tra i pagatori più affidabili). Sulla parte interna, infatti, i consumi sono in calo, le commesse edili mostrano ancora una certa contrazione, le attività professionali mostrano solo deboli e disomogenei segnali di ripresa. Ne emerge un quadro generale dove si rafforzano le distanze tra le aree e le attività fortemente orientate al nuovo equilibrio e le altre attività che invece sono più legate al mercato interno. In questa cornice l’Indice Ifiit si mantiene stabile pur in presenza di maggiori scostamenti tra i settori. Si indeboliscono le aspettative di investimento in innovazione nei comparti tipicamente orientati all’economia domestica come l’edilizia e il commercio (eccezion fatta per l’editoria che è al centro di una politica di cambiamento e ristrutturazione organizzativa per l’avvio di nuove piattaforme di comunicazione come l’I Pad). Altri segmenti dell’economia, come il bancario-assicurativo, mettono in evidenza una rinnovata attenzione verso le innovazioni tecnologiche, con piani di investimento rivisti al rialzo. Così l’Indice si mantiene sopra la quota dei 67 punti, a 67,40, in lieve aumento rispetto alla precedente rilevazione mensile.

     

    I settori che mantengono alta (o che risentono del calo degli investimenti in innovazione in misura inferiore) rispetto alla media del Paese
    E’ soprattutto il comparto delle banche e delle assicurazioni ad evidenziare un alto livello di aspettativa verso gli investimenti in innovazione tecnologica. Rinascono iniziative di valutazione per progetti inerenti le reti di comunicazione internazionale, la sicurezza (a cui si dedica il Focus mensile di Ifiit) e i sistemi di pagamento, alla vigilia di nuove importanti trasformazioni, che vedranno nella telefonia mobile e nel palmare lo strumento privilegiato per la gestione delle attività e dei pagamenti.
    Anche l’editoria e le telecomunicazioni trainano la domanda di nuove richieste di investimento, legate all’avvio e allo sviluppo di nuove piattaforme come l’I Pad, la tv digitale, i canali satellitari ad alta definizione e a tre dimensioni, l’integrazione tra stampa, tv e servizi di informazione on-line (anche e soprattutto di tipo on-demand).

     

    I settori che mostrano una propensione agli investimenti in innovazione tecnologica allineata ai valori della media nazionale dell’Indice
    Non mostrano sensibili variazioni i settori dei trasporti, dell’energia, dell’agro-alimentare, sorretti da una discreta propensione agli investimenti. Mostrano un certo assestamento i comparti del lusso e del made in Italy (metalmeccanica e legno-arredamento). Anche la moda-abbigliamento, insieme alla logistica, resta allineata ai valori registrati nel corso del mese precedente, comparti che collimano sul livello del valore medio dell’indice.

     

    I settori che mostrano una propensione agli investimenti in innovazione inferiore ai valori della media generale dell’Indice o che presentano sensibili scostamenti dal livello del mese precedente
    Sono soprattutto le micro e le piccole imprese a rappresentare la maggiore area di criticità in fatto di propensione agli investimenti in innovazione tecnologica. A seguire anche le attività professionali (soprattutto quelle legate alla progettazione e alla ristrutturazione edile, al momento uno dei segmenti più esposti al calo della domanda). Incerti alcuni distretti, come quello delle ceramiche di Sassuolo e quelli orafi di Valenza e del vicentino. A macchia di leopardo il segmento dell’ospitalità alberghiera.

     

    I macrosettori economici: commercio, pubblica amministrazione, edilizia
    Nel campo del commercio si registra una battuta d’arresto nell’attuazione dei progetti legati ai sistemi di pagamento con sistemi evoluti (elettronici e Rfid): l’intera filiera risente del pesante clima di incertezza che ha contagiato molte famiglie a seguito delle difficoltà economiche. Sia per la fase finale del 2010, sia per l’intero 2011 non sono attesi significativi miglioramenti dei consumi, con conseguente rallentamento dei piani di investimento. Nella Pubblica Amministrazione sono attesi programmi di rilancio organizzativo, ma non ampliamenti dei budget per la spesa in Information Technology. Per quanto riguarda l’edilizia, questo è il comparto che più di altri sta registrando una contrazione delle attività, sia per quanto riguarda i preventivi e gli ordini di costruzione di nuove case, sia per quanto riguarda l’ammontare degli investimenti medi in caso di ristrutturazione.

     

    Il digital divide
    Sale dal 39 al 42% la percentuale degli imprenditori italiani che si attende un rafforzamento del divario tecnologico con le altre nazioni industrialmente più avanzate. Scende ancora la quota di coloro che ritengono inalterato il livello di gap tecnologico (dal 46 al 44%). Resta invece stabile la quota dei perplessi, al 14%. La criticità del quadro è dettato in gran parte dalla mancata diffusione della banda larga.

     

    L’innovazione tecnologica nelle diverse aree geografiche
    Il Triveneto torna a presentarsi sui livelli più alti di propensione agli investimenti in innovazione tecnologica, in funzione del traino operato da aziende che lavorano in diretta collaborazione con realtà tedesche e austriache nei più diversificati settori (arredo, elettrodomestici, moda, agroalimentare). Stabile la propensione in Lombardia, Emilia e Piemonte. Contrastata la fiducia sugli investimenti lungo la dorsale tirrenica (Liguria, Toscana e Lazio) e in posizioni di debolezza buona parte delle zone meridionali, con segnali di vivacità solo per alcune aree pugliesi e siciliane.

     

    Focus mensile: Informazioni e sicurezza
    Il furto con destrezza scorre in rete. La sottrazione fraudolenta di dati è diventata il danno più consistente per le imprese e gli ambienti di lavoro, superando le perdite derivanti dalla sparizione di beni fisici. A fotografare lo stato dell’arte delle truffe è l’agenzia Kroll, che si occupa di informazioni economiche e commerciale (business intelligence). Grazie ai risultati di una ricerca compiuta su un campione rappresentativo di oltre 800 imprese, è emerso che “i crimini informatici sono aumentati del 18% rispetto al 2009”, anno che aveva già conosciuto un picco per l’esplosione del fenomeno. I settori più a rischio sono stati individuati nella finanza, nei servizi professionali e nella comunicazione. Per compiere l’effrazione negli hard disk dei computer i ladri tecnologici utilizzano programmi sempre più sofisticati, che viaggiano in rete ed entrano in prevalenza attraverso la posta elettronica (phishing), ma è responsabile anche l’utilizzo delle chiavette, che stanno diventando un altro grimaldello all’apparenza inoffensivo. Secondo Robert Brenner, uno dei vice presidenti del gruppo Kroll, “il furto di informazioni riservate e sensibili è in aumento ed è principalmente causato da dipendenti alla vigilia di trasferimenti aziendali o di mancati riconoscimenti professionali”. Kroll ha stimato che nei prossimi mesi la spesa delle società multinazionali per alzare il livello di sicurezza delle reti e dei sistemi informatici possa salire del 47%. L’investimento sarà giustificato con l’obiettivo di tutelare maggiormente il patrimonio di conoscenza e delle attività di ricerca e sviluppo, ma in molti casi sarà solo una difesa dell’amministrazione esistente. Hardware, software e formazione: questi saranno i tre principali settori verso cui saranno destinate le risorse. Ogni miliardo di dollari di giro d’affari si perdono oggi 1,7 milioni a causa degli attacchi di vandali informatici, una cifra salita dagli 1,4 milioni degli anni precedenti. Ogni investimento che andrà ad abbassare la quota di perdite diventerà dunque un viatico allo sviluppo della redditività d’impresa, una voce verso la quale sono particolarmente sensibili gli amministratori, che hanno anche l’interesse ad apparire agli investitori come buoni difensori della “ricchezza e del know-how aziendale”. Il settore bancario-finanziario è tra i più colpiti dal fenomeno: il 42% delle società del settore ha ammesso che il furto di dati riservati è la principale causa delle perdite, seguita dalla sottrazione di beni fisici (33%) e dalle frodi interne (31%). Nei prossimi anni anche le imprese italiane saranno coinvolte in un processo di miglioramento delle linee difensive interne di realtà come banche, imprese, società del commercio.

     

    (Elaborazione del documento di sintesi a cura di Paolo Gila, Supervisor Ifiit Research)

     

    Questo documento è una sintesi della ricerca mensile che viene effettuata su un campione qualificato e rappresentativo dell’economia italiana. Lo studio viene curato da Ifiit Research, la divisione Ricerche di mercato del Gruppo Mat Edizioni. L’indice e la sintesi mensile sono recuperabili gratuitamente attraverso il sito www.bitmat.it. Coloro che, come aziende o come privati, volessero approfondire gli aspetti della ricerca Ifiit o avvalersi della struttura di Ifiit Research per compiere sondaggi, rilevazioni, ricerche di mercato o altro, possono rivolgersi a:

    Ifiit Research
    Via Confalonieri, 36
    20100 Milano
    Tel. 02 56609380
    www.bitmat.it