Per il 2011 lo scenario dell’economia mondiale si presenta all’insegna di una maggiore stabilità

Molto dipenderà anche dalla politica monetaria della Fed, mentre in Europa si conferma il ruolo di traino della Germania. Modeste le aspettative di crescita dell’economia italiana. Se datiamo il punto di minimo dell’ultimo ciclo intorno alla metà del 2009, possiamo affermare che la ripresa per l’economia mondiale è oramai “matura”, essendo iniziata da oltre un anno. Velocità e tempi del recupero congiunturale non sono però ancora sufficienti perché si possa archiviare definitivamente la fase di crisi, considerando superati gli elementi critici che l’hanno determinata. Questo porta a non escludere nuove ricadute nel corso del 2011. In questo contesto, la finanza si muove seguendo i segnali trasmessi dalle banche centrali, o almeno questa è l’impressione che si desume guardando all’andamento dei mercati nel corso delle ultime settimane, con recuperi dei prezzi di tutte le tipologie di attività finanziarie guidati dall’aspettativa di politiche monetarie ultra-espansive da parte della Fed. L’ondata di liquidità che si riversa sui mercati, se insufficiente per dissipare i timori di un nuovo ripiegamento del ciclo internazionale, per ora basta a sostenere le borse e i prezzi delle obbligazioni, generando contemporaneamente una nuova fase di indebolimento del dollaro. L’euro torna così a recuperare posizioni, anche in virtù di indicatori congiunturali che per ora paiono resistere ai segnali di inversione del ciclo americano. Difficile stabilire se si tratti di un semplice ritardo di qualche mese nel superamento del picco del ciclo, oppure se davvero si stia determinando un disallineamento della congiuntura europea da quella degli Stati Uniti. Se così fosse dovremmo prepararci a vedere un dollaro che cade ancora e in misura consistente. Per ora è opportuna un’ipotesi più prudente sull’area dell’euro anche considerando che sta iniziando la fase di correzione fiscale. A dettare i tempi dell’aggiustamento dei bilanci pubblici sono stati i mercati dopo lo scoppio della crisi greca. Adesso le autorità europee provano a ripristinare un coordinamento della strategia fiscale, dettando tempi guidati anche dalla traiettoria decrescente del debito e cercando di rafforzare l’apparato sanzionatorio. Per ora, con gli spread a livelli elevatissimi, le sanzioni per chi non aggiusta i bilanci pubblici sono imposte dal mercato. Il punto cruciale è che chi deve ridurre il deficit dovrà farlo a partire da una posizione competitiva che si è deteriorata durante tutti gli anni duemila, e la Germania, il paese che ha invece migliorato la propria posizione competitiva all’interno dell’area euro, mantiene uno sviluppo fortemente orientato all’export, offrendo scarsi elementi di supporto all’espansione della domanda interna. Se la Germania non fa da locomotiva, il treno europeo difficilmente riuscirà ad accelerare. Lo scenario per ora resta quindi prudente nonostante i segnali relativamente positivi provenienti dagli indicatori congiunturali. L’Italia è fra i paesi che adotteranno una politica di bilancio di segno restrittivo, anche se meno accentuata che in altre economie. La correzione annunciata per il 2011-2012 è simile a quella realizzata nel 2006-2007; quella effettivamente realizzata sarà probabilmente inferiore. Lo squilibrio in realtà non sta tanto nella dimensione del deficit attuale, ragguardevole ma pur sempre decisamente inferiore a quello delle altre economie in crisi, quanto in quella dello stock di debito pregresso e nella modestia dei ritmi di crescita degli ultimi anni, che potrebbero anticipare scarse opportunità di sviluppo anche in prospettiva. D’altronde l’Italia presenta tutte le caratteristiche – peggioramento della posizione competitiva, deficit delle partite correnti elevato – di una situazione deterioratasi strutturalmente, e che potrebbe richiedere, data l’impossibilità di una svalutazione del tasso di cambio, una fase di prolungata deflazione, con bassa crescita dell’economia e ristrutturazione dell’apparato produttivo. Per ora in realtà il sistema è in difesa, con molte imprese in difficoltà, aumento delle sofferenze bancarie, un elevato numero di lavoratori in Cig, ma il cambiamento di regime non arriverà se prima non sarà l’azione della politica economica a definire e mettere in atto una strategia di riforme in grado di innescare l’inversione di tendenza.

 

Previsioni in sintesi

Il 2011 non sarà l’anno della svolta. La ripresa internazionale appena iniziata dovrà confrontarsi con l’avvio in molti paesi dell’exit strategy fiscale. I segnali di rallentamento sono già visibili in alcune economie come gli Usa, e hanno già comportato il rinvio dell’exit strategy della politica monetaria. Resta la divaricazione fra le performance dei paesi emergenti e le economie avanzate. Rallenta l’economia Usa, la bassa crescita mantiene l’inflazione su ritmi contenuti, consentendo una normalizzazione graduale della politica monetaria americana, destinata a restare a lungo accomodante. L’area euro non riuscirà a disallineare il proprio ciclo da quello americano, mentre resterà elevato il grado di eterogeneità delle performance delle diverse economie al suo interno. I paesi periferici dovranno accelerare l’aggiustamento delle finanze pubbliche senza il sostegno di una domanda robusta da parte del centro, Germania in primis. La fase di risanamento dei conti inizia anche in Italia. Lo sforzo da compiere, come indicato nei documenti programmatici, non è clamoroso, ma interviene su un quadro economico già fragile. Per qualche anno i ritmi di crescita resteranno molto contenuti.

QUADRO DI SINTESI DELL’ECONOMIA ITALIANA
Variazioni percentuali salvo diversa indicazione

 

  2009 2010 2011 2012
Prodotto interno lordo -5.0 1.1 0.7 1.2
Importazioni -14.5 5.5 1.2 2.2
Domanda finale nazionale -3.4 0.4 0.4 0.7
Consumi finali nazionali -1.2 0.2 0.2 0.5
– spesa delle famiglie residenti -1.8 0.1 0.3 0.6
– spesa della PA e ISP 0.6 0.3 0.0 0.0
Investimenti fissi lordi -12.1 1.5 1.3 1.7
– macchine, mezzi trasporto -16.7 6.6 3.8 3.0
– costruzioni -7.9 -3.0 -1.3 0.2
Scorte (contributo) -0.3 0.4 0.0 0.3
Esportazioni -19.1 6.8 2.2 3.1
Prezzi al consumo (1) 0.8 1.5 1.6 1.8
Unità di lavoro totali -2.6 -1.6 -0.2 0.3

(1) Indice intera collettività nazionale
 

Dati in % del Pil

 

Saldo partite correnti -3.2 -3.4 -2.9 -2.5
Indebitamento netto -5.3 -5.3 -4.8 -4.2
Avanzo primario -0.6 -0.6 0.1 0.8
Debito P.A. definizione Ue 115.8 119.1 121.3 122.2