I Love Velvet, a settembre del 2010, ha aperto operativamente la filiale italiana a Milano nominando Chief Executive Officer Massimo Toni

I Love Velvet, società improntata all’ideazione di software retail e con headquarter a New York City e una sister company in Francia, è uno dei più importanti sviluppatori di soluzioni tecnologicamente avanzate, create specificatamente per migliorare la retail experience dei grandi marchi del lusso ma anche dei medi e piccoli retailer. Con uffici negli Stati Uniti, Francia, Italia, Spagna, Bulgaria, Israele, Hong Kong e Regno Unito e 140 dipendenti sparsi nelle varie filiali, I love Velvet è in grado di rispondere alle specifiche esigenze di ogni tipo di retailer e allo stesso tempo di essere competitivo a livello globale.
Classe ’73, Massimo Toni ha maturato una lunga esperienza e la sua spiccata affabilità lo porta a una facilità nel comunicare le opportunità proposte dalla società newyorkese. L’incarico prevede lo sviluppo del new business nei mercati di riferimento (Fashion, Luxury, Hi Tech, Cosmetic, Automotive) e la generazione di lead nel mercato IT e Innovation.

 

Qual è la mission di I Love Velvet?
La nostra mission è di permettere ai retailer di fornire un servizio di shopping personalizzato: i clienti che aderiscono alla raccolta dati per lo storico acquisti, alla carta fedeltà e che forniscono informazioni al rivenditore, vengono premiati con una esperienza on-to-one preziosa e coinvolgente.

 

Cosa significa essere a capo della nuova filiale italiana?
In Italia siamo giovani come presenza. Ho raccolto con entusiasmo questa sfida: la soluzione di I Love Velvet è un mix perfetto tra hardware, un particolare dispositivo compatibile con iPhone, iPad e iPod che permette di leggere codici a barre, smart card, carte di credito e tessere fedeltà e software tecnologicamente avanzato, in grado di trasformare ogni venditore in un personal shopper.

 

Le vostre soluzioni sono pensate per i top brand?
ILoveVelvet può essere utilizzato sia dai grandi marchi del lusso ma anche dai piccoli e medi retailer per eseguire pagamenti POS in mobilità tramite dispositivi Apple, semplificare il processo di acquisto negli showroom, creare esperienze di acquisto personalizzate, proponendo, per esempio, acquisti mirati in base allo storico del cliente, e performare al massimo il training e l’attività successiva della forza vendita.

 

Siete stati accolti con favore dal mercato italiano?
L’Italia rappresenta un Paese strategicamente importante per la sua posizione geografica e Milano è stata scelta per la presenza delle più importanti aziende del fashion, del lusso e del design ma anche della cultura e dell’innovazione. Milano ci consente di lavorare a stretto contatto con i brand che rientrano nel nostro core business. In questi pochi mesi abbiamo già incontrato la maggior parte dei brand fashion ma non solo. Non dico che siano già tutti nostri clienti: I Love Velvet richiede uno sforzo da parte dei nostri clienti non solo economico, ma soprattutto di visione. Però c’è grande interesse a abbiamo già conseguito molti successi.

 

Quali sono le principali resistenze trovate in Italia?
Le cose sono più complesse rispetto al mercato americano dove la tecnologia e l’innovazione sono viste sempre come un aiuto, qualcosa che serve. Il mercato italiano invece resta affascinato dai nostri prodotti ma qualcuno ci dice che siamo ‘visionari’ o che non sono ancora pronti, anche brand al top. Per fortuna molti altri si sono già fidati di noi.

 

Quali referenze nazionali e internazionali potete già vantare sul mercato?
Tra i nostri clienti a livello nazionale ed internazionale ci sono Nespresso, GrayLine, Happy socks e tra le aziende che hanno mostrato una notevole attenzione alla filosofia e alla soluzione stessa ci sono Loro Piana, D&G, Dior, Dodo, Valextra e tanti altri.
Inoltre, pur essendo così giovane, I Love Velvet ha recentemente chiuso un grande accordo di collaborazione con Accenture e, da qualche tempo, la soluzione è presente all’ACIN di Assago. L’ACIN è un laboratorio delle più innovative soluzioni tecnologiche mondiali che Accenture mette a disposizione dei propri clienti per determinare il futuro dei mercati. L’ACIN di Milano rappresenta tutta l’Europa, mentre gli altri due laboratori sono a New York e Shangai.

 

Qual è la differenza tra la vostra soluzione e le altre esistenti?
Già in questo momento in molti negozi sono installati video wall o touch screen, ma questo non funziona, poche volte la gente partecipa. La nostra soluzione invece permette in un punto vendita nel momento in cui avviene il processo di acquisto di sfruttare al meglio l’esperienza umana enfatizzandola attraverso la tecnologia che, per il cliente è quasi trasparente, perché non se ne accorge neanche; al venditore si dà invece questo strumento potente che in base a dati, storico del profilo acquisti, promozioni correlate, saprà tutto del cliente finale. Con un semplice click il venditore avrà tutte le informazioni a disposizione, la risposta è immediata e può offrire al cliente la proposta ideale.

 

Qualche dettaglio in più?
Grazie ad Apple, da un lato noi possiamo leggere le carte fedeltà, quindi in un certo senso riconoscere il cliente, identificare se è un top spender, e parallelamente offriamo la possibilità del pagamento in mobilità, ovvero non più alle casse fisse, ma al venditore. I grandi brand vogliono rendere l’esperienza d’acquisto diversa, senza più punti cassa. Non solo: noi con un unico dispositivo abbiamo il lettore di tutti i tipi di carte di credito, di tessere fedeltà, codice a barre mono e bidimensionali e così via. Oltre a qualcosa in più, perché c’è anche la tecnologia Rfid.

 

Vi è altro valore aggiunto?
Costruiamo a Hong Kong i nostri hardware perfettamente compatibili con iPhone e iPad; installiamo il software e i dispositivi vengono dati ai venditori, che ha uno strumento sempre sincronizzato. Pensiamo a una catena mondiale, che ha la necessità di un costante aggiornamento. Grazie a noi ottiene quindi una semplificazione e una riduzione dei costi impressionante. Al momento della vendita, il cliente finale può o giocare con noi, curiosando sul dispositivo Apple e guardando le nuove collezioni, o gli abbinamenti, mentre il venditore vede i suoi ultimi dieci acquisti, il mix di fatturato e altre preziose informazioni. Le potenzialità sono quindi incredibili e le applicazioni per i brand sono molteplici.