A Monza si è svolto il convegno sulle applicazioni pratiche delle nanotecnologie

Uno dei pionieri dell’applicazione industriale delle nanotecnologie, Albert Franks, definì tali scienze come “quell’area della tecnologia dove le dimensioni e le tolleranze tra i 0,1 nm ei 100 nm giocano un ruolo critico”. Operare a tali livelli di definizione significa riuscire studiare, assemblare e modificare i materiali a livello molecolare. Un nanometro corrisponde infatti a un miliardesimo di metro, ovvero una misura 80 mila volte inferiore al diametro di un capello.

Le “Nanotecnologie per la Brianza” è il titolo del convegno dello scorso 24 marzo dedicato a sviluppo, evoluzioni e applicazioni pratiche delle nanotecnologie nei settori della sostenibilità ambientale, della produzione di nuovi materiali per l’edilizia e per l’arredamento e nel settore dell’elettronica.
L’intento di Ecodialogando, branca di Eco-Network, realtà che opera in Brianza dal ’95 per promuovere la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, era quello di voler presentare non solo lo stato della ricerca delle nanotecnologie, ma soprattutto descrivere e mostrare le applicazioni concrete nei settori specifici dell’arredamento, quindi vedere la nascita di nuovi nanoprodotti in campo quali quello del legno, le vernici l’isolamento e il tessile. Purtroppo, soprattutto nel tessile, le imprese sono ancora in una fase di ricerca. Il convegno ha avuto un ottimo seguito e ha mostrato le infinite potenzialità della nanotecnologia, accennando quindi alle applicazioni possibili in diversissimi campi, dall’industria navale a quella dell’energia rinnovabile. Ad aprire i lavori Veneto Nanotech, che coordina le attività del distretto hi-tech per le nanotecnologie applicate ai materiali. Il Veneto è la sede del distretto tecnologico in considerazione della presenza di forti competenze scientifiche e produttive, nonché di grandi potenziali applicativi. Veneto Nanotech nasce con l’obiettivo di creare eccellenza internazionale nell’ambito della ricerca, favorire l’applicazione delle nanotecnologie e sviluppare nuove imprese nel settore di focalizzazione. Il Veneto, infatti, vanta il più elevato indice di imprenditorialità a livello nazionale e un’alta concentrazione di imprese nei settori maggiormente interessati dalle nanotecnologie.
“Veneto Nanotech mira a favorire l’applicazione e l’utilizzo di soluzioni nanotecnologiche da parte dell’industria locale. Solo l’innovazione tecnologica, opportunamente protetta da brevetti, può garantire la presenza sul mercato di prodotti con caratteristiche uniche e difendibili dalla concorrenza. Le nanotecnologie rappresentano un salto innovativo radicale che a detta di molti analisti produrrà una nuova rivoluzione industriale paragonabile, se non di portata superiore, a quella generata dall’introduzione nel mercato dei semiconduttori nei primi anni ‘80”.
La nostra ricerca studia catalisi, sintesi, relazione struttura, proprietà e applicazioni di macromolecole sintetiche e naturali – ha spiegato Giovanni Ricci dell’ Istituto per lo Studio delle Macromolecole del CNR di Milano (ISMAC) -; la ricerca sui materiali polimerici e sulle macromolecole biologiche è di interesse strategico e ha lo scopo di approfondire le conoscenze in un settore che è trasversale rispetto a molte discipline scientifiche, sostenere la capacità competitiva della rilevante industria del settore, di migliorare la qualità della vita. Nessuna altra classe di materiali può competere coi polimeri in termini di ampiezza di proprietà, numero di applicazioni, flessibilità nella lavorazione e potenziale basso costo. Oltre al largo spazio già occupato dai materiali polimerici nel campo dei prodotti di massa (automotive, imballaggio, tessile,oggettistica), sarà sempre più in crescita la ricerca di materiali con prestazioni e proprietà mirate. Sarà questa una delle principali prossime sfide per una vera e propria rivoluzione nel campo dei materiali avanzati. La competizione internazionale in questa area emergente è altissima e il requisito di conoscenze e capacità di ricerca, soprattutto nella sintesi chimica di nuovi polimeri, sarà basilare per evitare il rischio di emarginazione. E’ quindi necessario, proprio per rispondere alla sfida della competizione internazionale, possedere gli strumenti adatti per progettare e produrre materiali innovativi“.
In questo contesto ISMAC detiene un primato all’interno del CNR, in quanto è l’unico istituto che, per missione, concentra una buona parte delle sue attività nella sintesi di nuove strutture macromolecolari e nella loro modifica con tecniche sia tradizionali sia innovative.

La tipologia di ricerca favorisce la realizzazione di contratti con industrie sia chimiche sia tessili, sia con istituzioni pubbliche nel settore della promozione dello sviluppo tecnologico, dell’ambiente e della sanità. Un caso significativo di nuna società che opera in questo settore è la Ludovici Giovanni e Figli s.r.l. che dal 2009 è distributore italiano in esclusiva, e referente per l’Europa, di NanoceramiX e degli altri prodotti Insuladd, usati da più di un decennio in tutto il mondo.

Con le loro peculiarità, le soluzioni Insuladd hanno rivoluzionato in scala globale il concetto tradizionale di coibentazione termica, grazie alle nanotecnologie. NanoceramiX è un composto di nanosfere di ceramica prodotto negli Stati Uniti, dotate di un nanorivestimento termoriflettente di pochi micron sviluppato e brevettato in collaborazione con la N.A.S.A. Essendo scienze multidisciplinari, le nanotecnologie possono essere applicate trasversalmente ai più svariati settori industriali. Alcuni esempi di applicazioni di materiali nanostrutturati, quali tessuti antimacchia, superfici antigraffio o autopulenti, cosmetici contenenti nanopolveri, aerogel nanostrutturati per l’isolamento termico sono già in commercio e si prevede che il mercato di prodotti funzionalizzati attraverso l’uso delle nanotecnologie possa crescere rapidamente nel prossimo decennio. Finanziamenti pubblici e privati per ricerche nell’ambito delle nanotecnologie sono infatti in continua crescita e si prospetta che la loro ricaduta sul mercato mondiale possa portare i prodotti nanostrutturati a raggiungere un giro d’affari stimato intorno ai 600 miliardi di Euro entro il 2015 e a una creazione di oltre due milioni di nuovi posti di lavoro (fonte: National Science Foundation).