Nel 2010 il mercato Mobile Internet, Content & Apps è tornato a crescere in Italia segnando un +7%, un trend che sembra essere confermato anche nella prima metà del 2011.

La dinamica sembra essere l’effetto di tre componenti che mostrano andamenti diversi: un forte incremento del Mobile Internet – ossia della connettività da telefono cellulare – una ulteriore riduzione dei Mobile Content & Apps a pagamento ed una buona crescita del Mobile Advertising (la raccolta pubblicitaria su canale Mobile), anche se ancora poco rilevante in termini di valori assoluti. Questo quanto è emerso in occasione del Convegno “Mobile Internet, Content & Apps: il laboratorio della Digital Economy!”, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Focalizzando l’attenzione sul volume d’affari del Mobile Internet, il 2010 ha fatto registrare una crescita pari al 27%, portandolo a raggiungere quota di 538 milioni di euro, con un notevole incremento (+43%) della componente dei ricavi derivante dalle tariffe flat, che arriva a pesare il 38% del mercato complessivo, e del numero di Mobile Surfer.  “Oramai si è attivato un circolo virtuoso che ci induce a parlare effettivamente di Mobile Revolution – ha commentato Andrea Rangone, Responsabile Osservatori ICT del Politecnico di Milano -. Perché rivoluzionarie sono le peculiarità del mezzo che possono essere sfruttate: geo-localizzazione, ubiquità, immediatezza d’uso, socialità, interattività. Perché rivoluzionario è, a nostro avviso, l’impatto che il Mobile avrà sul comportamento del consumatore: che utilizza sempre di più il telefono cellulare come canale preferenziale per accedere – sempre e ovunque – a qualsiasi contenuto e servizio digitale. Perché rivoluzionario è l’impatto che avrà anche sulle imprese e sulle pubbliche amministrazioni: mettendo loro a disposizione un nuovo potente canale di gestione della relazione con i propri clienti/utenti”.

Ancora un segno meno, invece, per il mercato dei Mobile Content a pagamento, nel quale sono state comprese anche le Apps, anche se la fase di contrazione del mercato sembra ormai vicina al termine: il calo è del 9% nel 2010 contro il -20% del 2009, che significa che in due anni sono stati bruciati 200 milioni di euro. La dinamica negativa è l’effetto combinato di due trend opposti, oramai in atto da due anni: da una parte, la continua contrazione (-13%) dei ricavi derivanti dai contenuti più tradizionali (loghi e suonerie, giochi java, sms informativi, dating via Sms, voting televisivo, ecc.) basati sui tipici canali Telco-centrici; dall’altra, la crescita dei contenuti erogati tramite i nuovi canali del Mobile Internet e degli Application Store (+113%) anche se in valore assoluto rimangono ancora molto limitati. A livello globale, sono 700.000 le Applicazioni disponibili sugli Store e oltre 10 miliardi il numero di download in un anno.

Ma in Italia i ricavi generati rimangono limitati a poche decine di milioni di euro. Tra le Applicazioni, quelle che generano i maggiori ricavi sono certamente i giochi, ma si stanno dimostrando promettenti anche quelle che erogano contenuti più squisitamente editoriali.  “Relativamente a questi “nuovi” contenuti e, in particolare, proprio alle Applicazioni, nonostante il grande fermento di tutti gli attori del mercato, il boom degli smartphone venduti e delle Applicazioni sviluppate, le dinamiche di crescita si dimostrano forse più lente di quelle che qualcuno ipotizzava. Si tratta di un mercato che necessita di tempo per trasformare gli enormi numeri riguardanti offerta e download in ricavi, sia pay che pubblicitari” ha affermato Filippo Renga, Responsabile della Ricerca.