In principio era la Business Intelligence, oggi sono le applicazioni analitiche ad aiutare le aziende a innovare. Su questo tema CBR ha intervistato Marco Icardi, Country Manager di SAS Italy

La Business Analytics promette oggi di cambiare l’impresa, perché aiuta a differenziare i business e introdurre innovazione nei processi di produzione e nell’approccio al mercato. Di questo è convinto Marco Icardi, Country Manager di SAS che al recente SAS Forum di Milano è riuscito a spiegare a un gran numero di persone dei concetti che, solo qualche anno fa, sarebbero apparsi di nicchia o quantomeno avveniristici. “Anche in Italia la Business Analytics cresce d’importanza e molte persone ne stanno comprendendo il valore rispetto alla Business Intelligence, che invece sta rapidamente diventando una commodity”.

 

Cosa distingue la BA dalla Business Intelligence?
Il fatto che la Business Intelligence produce dei report, ma non entra nel merito del cambiamento dei processi di gestione e di produzione che davvero portano l’innovazione nelle aziende. La Business Analytics comprende anche i modelli, i fattori di ottimizzazione e di previsione che servono per realizzare cambiamenti organizzativi e mutare il rapporto dell’azienda con i propri clienti, aiutando il cambiamento sul mercato. Riteniamo che nessun’altro software sia in grado di portare alle imprese lo stesso valore differenziante, così importante in momenti di stagnazione dei mercati.

 

Ci sono dati concreti a supporto?
Al di là delle esperienze portate al SAS Forum, c’è uno studio fatto dal MIT confrontando 179 aziende internazionali sull’uso della Business Analytics. Ebbene, le aziende che hanno introdotto nei loro processi la Business Analytics come supporto alle decisioni strategiche hanno in media una profittabilità più elevata del 56%. Si calcola la profittabilità perché è difficile misurare in modo dettagliato i ritorni degli investimenti su progetti molto diversi, ma alla fine l’effetto è visibile sul mercato. Non solo la tecnologia è importante. Si stanno avviando progetti sempre più impegnativi per il cui successo è essenziale l’esperienza del vendor nel gestire sul campo situazioni complesse e disporre di soluzioni verticali. La Business Analytics ha impatti vasti e variegati su governance, gestione e la qualità del dato (per parlare di quelli più vicini ai sistemi informativi), fino alle funzioni che, dal lato utente, danno visione di tutta la catena del valore: dal dato, all’uso del medesimo nelle attività. Per il successo è inoltre fondamentale che i progetti siano implementati in tempi rapidi: 6-9 mesi al massimo.

 

Quali sono gli usi più avanzati della Business Analytics da parte delle imprese?
In passato era stata vista tecnica per “analisi di laboratorio”, ma oggi le cose sono cambiate: è entrata nel business e se ne usano le capacità per fare analisi realtime. È possibile, per esempio, valutare le risposte di un utente che chiede un mutuo online senza quindi dover avviare una pratica da gestire in tempi diversi. Questo porta a immediati benefici di business, ma riesce anche a ottimizzazione i processi, riducendo tempi e impegno del personale. Abbiamo aiutato una banca a implementare un sistema di credit scoring online; oggi gestisce in automatico il 15% di queste attività e la produttività è salita del 50% rispetto alla gestione manuale.

 

Si sfruttano in modo nuovo le capacità predittive?
Un’applicazione è il Predictive Performance Management. I dati di produzione e controllo di gestione, recepiti in maniera puntuale e giornaliera, sono confrontati con i key performance indicator dell’azienda in modo da influire sulle strategie di business in tempo reale. Questo controllo è fondamentale nei periodi di crisi come l’attuale, perché risponde all’esigenza d’indicare le direzioni da prendere, i prezzi da applicare, i segmenti di mercato da indirizzare con le campagne di marketing. Nella gestione delle campagne, le capacità realtime permettono all’azienda di avere sempre la proposta migliore, personalizzata sul profilo del cliente, nel momento stesso in cui avviene il contatto con l’azienda: al call center o quando accede al bancomat.

 

E per quanto riguarda l’integrazione dell’informazione?
Con sempre maggiore frequenza le transazioni con i clienti avvengono su canali diversi ed in passato era difficile adottare strategie unitarie. Ponendo la Business Analytics al centro dei processi si ottiene un’accelerazione che dà grandi risultati. L’integrazione verticale delle applicazioni permette di poter disporre di funzioni che vanno dall’elaborazione del dato fino all’accesso e alla fruizione dell’utente con qualsiasi dispositivo, anche mobile. Questo dà vantaggi nelle tempistiche e nel costo di ownership delle soluzioni. C’è poi l’integrazione di tipo orizzontale, resa possibile per SAS dalla disponibilità di un ampio ventaglio soluzioni. Permette di affiancare il risk management al controllo di gestione e della forza vendita, senza che ci siano problemi di integrazione. Questo significa non dovere acquisire skill aggiuntivi in ambiti differenti e poter riutilizzare le specifiche funzionalità sviluppate. Un vantaggio anche per i partner che possono lavorare anche al di fuori di uno specifico ambito funzionale.

 

Nell’attuare la Business Analytics quanto contano le persone?
Senz’altro c’è necessità di una maggiore conoscenza, anche sulla nostra piattaforma. Abbiamo rafforzato la collaborazione con il mondo universitario e la rete dei partner per la formazione. Nel 2010 ben 670 persone dei nostri partner hanno partecipato ai nostri corsi, a cui si aggiungono circa 1.200-1.500 studenti che hanno usato SAS negli studi universitari. Cerchiamo anche di rispondere alle esigenze nuove: abbiamo creato un master sulle tematiche di solvency dell’area assicurativa basandoci sulla nostra piattaforma di risk management. In quattro mesi abbiamo formato 30 neolaureati che oggi mettono le loro competenze a disposizione dei clienti. Non ci sono solo i giovani: tanti manager che nel tempo hanno avuto contatti con noi hanno oggi aumentato le loro responsabilità di pari passo con lo sviluppo delle applicazioni. Anche in Italia, molti “decisori” usano strumenti di analisi e processi analitici per introdurre l’innovazione in azienda. Le difficoltà arrivano dopo, nel mettere in pratica l’innovazione a causa delle difficoltà del mercato.

 

C’è una innovazione che non guarda all’incremento di business ma alla sostenibilità. Che contributo può dare la Business Analytics?
Più di uno studio dimostra questa relazione. La sostenibilità è un campo in cui siamo impegnati direttamente, per esempio, sul fronte dell’ottimizzazione dei viaggi dei dipendenti. Nuovi strumenti analitici consentono di verificare la compatibilità delle esigenze del business con un viaggio in aereo, in treno o con altri mezzi. Partendo dai dati dei Comuni e appoggiandoci al lavoro degli studenti abbiamo realizzato delle analisi sull’ottimizzazione del trasporto pubblico in ambito cittadino, valutando l’impatto che può avere sulle emissioni la creazione di corsie preferenziali. Sono molte le decisioni in tema ambientale che hanno bisogno di avere l’evidenza dei dati per poter essere prese.