La convergenza tecnologica tra i vari dispositivi che affollano le nostre case, uffici e… borse non è mai stato tema così sentito. Il processo è partito, ma senza ancora un chiaro vincitore. Si identificano dei buoni candidati per essere la soluzione finale. Ci si chiede quali siano gli strumenti in competizione e se negli ultimi mesi sia cambiato qualcosa nell’arena dei contendenti, cercando di intuire un trend sfuggevole. La maggiore attenzione è rivolta a smartphone e tablet, ma ci sono outsider da non sottovalutare.

Lo smartphone

 

Se inizialmente lo smartphone era un elemento di nicchia, oramai questi dispositivi sono diventati predominanti, relegando il semplice telefono a oggetto in via di estinzione. Per comprendere questa evoluzione, definiamo prima cosa si intende oggi per smartphone. Si tratta di un dispositivo mobile, in grado di telefonare, condividere dati con altri dispositivi e con la rete (Internet e/o domestica) senza necessità di un collegamento fisico, e di elaborare questi dati in modo autonomo. Funzioni accessorie, spesso presenti ma non fondamentali per la definizione, riguardano le capacità di interagire con l’utente e con l’ambiente: sensore GPS, accelerometro, sensori di luminosità, schermi tattili, fotocamere e altro. Alcuni numeri danno l’idea della loro pervasività: il 60% del mercato è appannaggio di dispositivi con sistema operativo Android o iOS. Questo senza contare Windows7, che sta rapidamente guadagnando consensi, e altri prodotti a minor diffusione (Blackberry, Maemo e altre soluzioni per lo più basate su Linux). Risulta quindi chiaro che gli smartphone sono oggi una realtà di massa. La pervasività è stata favorita da due fattori importanti anche per la convergenza tecnologica: l’abbassamento significativo del prezzo e la sempre migliore facilità d’uso delle interfacce. Se poi si aggiunge l’incremento di dimensioni degli schermi (i prodotti di fascia alta superano i 4”) e la qualità degli stessi, il comfort d’uso di questi dispositivi li pone come interessanti candidati alla sostituzione di oggetti Ict ben più ingombranti nelle situazioni in cui la visualizzazione di informazioni sia predominante sulla necessità (comunque possibile) di apportarvi cambiamenti. Si ricordi infatti che oltre a poter navigare sul Web e lavorare con la posta elettronica, gli smartphone permettono di visualizzare e modificare documenti, presentazioni e fogli di calcolo, fare e modificare foto e filmati.

 

I Tablet

 

Il 2011 è stato indubbiamente l’anno dei tablet. Dopo i primi tentativi di emulare l’iPad di Apple, o di proporre prodotti alternativi (Galaxy TAB di Samsung) che ne superassero alcune limitazioni in termini di funzioni e dimensioni, il mercato ha visto una crescita esponenziale nel numero di dispositivi: oggi ogni produttore hardware Ict (sia esso di telefonia che di computer) ha a catalogo uno o più tablet. L’offerta si è incanalata in due direzioni: dispositivi più portatili e leggeri e dispositivi con superfici di visualizzazione maggiori. Per inciso, c’è stato qualche tentativo di proporre il formato 5”, ma non ha avuto successo a causa del confronto con il crescente display degli smartphone: a un incremento di ingombro significativo (il dispositivo non stava più nella giacca o in una piccola borsa) non corrispondeva un altrettanto significativo guadagno di risoluzione e ampiezza di visualizzazione. I tablet sono offerti con solo con connettività Wifi, ma anche 3G per una maggiore flessibilità d’uso. Quanto ai sistemi operativi, Android, iOS e Windows7 dominano letteralmente il mercato, anche se RIM e Google con CromeOS provano a proporre soluzioni alternative. Il target dei 7” è quello di fare concorrenza agli smartphone di fascia alta, proponendo una maggiore area di visualizzazione (utile quando si lavora con documenti) senza un significativo impatto sulla trasportabilità. I 10” si pongono per vari motivi come alternativa efficace al mercato dei netbook, sia per la maggiore facilità d’uso (che ne amplia la base di potenziali utenti) che per la maggiore trasportabilità. Ma anche per l’aumentata potenza di calcolo e l’espandibilità, che permette già in alcuni casi di collegare tastiere e monitor esterni e di utilizzarli in modo efficace per compiti a loro precedentemente preclusi.

 

I netbook

 

Con un mercato eroso da tablet e smartphone sempre più performanti ed espandibili, e da laptop sempre più leggeri, sembra che ci sia un papabile perdente nella corsa verso la convergenza: il netbook. La tendenza è solo agli albori, ma le ragioni sono di fatto strutturali al progetto stesso: si tratta di dispositivi con tutti i difetti di oggetti piccoli (schermi inadatti per un uso continuativo, capacità di calcolo, memorizzazione ed espandibilità limitate, tastiere scomode), senza i vantaggi strutturali di un laptop. Inoltre, se gli altri dispositivi hanno visto un calo del prezzo di vendita, nel caso dei netbook questo non è successo.

 

I cromebook

 

Prima di decretare la fine del segmento netbook bisogna guardare con attenzione al fenomeno cromebook. Si tratta di un’idea non recente (il thin-client) ma rivisitata alla luce del cloud computing. Si usa l’hardware di un netbook associato al sistema operativo Crome di casa Google. Si ottiene un dispositivo molto veloce e a manutenzione pressoché zero (tutti i programmi risiedono nella nuvola di Google e quindi non ci sono problemi di aggiornamenti, patch, ecc.). Il paradigma del cloud computing è portato avanti in modo coerente, tanto che anche i nostri dati sono tutti nella nuvola. Il problema è che senza connettività di rete il cromebook non può fare praticamente nulla. Forse l’idea è un po’ prematura. Più probabilmente ci sono spunti in questo concetto che dovranno far parte della soluzione finale.

 

I laptop

 

I laptop hanno ulteriormente rafforzato il loro market share. Una fetta di mercato l’hanno erosa ai netbook, a causa dell’abbattimento delle differenze di prezzo e al miglior rapporto prezzo prestazioni. Tuttavia il maggior incremento è stato a scapito dei desktop. E non solo per l’utenza professionale, ma anche per quella domestica. Complici infatti l’aumento di prestazioni, la riduzione del prezzo e i minori consumi, sempre più realtà aziendali puntano sul laptop invece che sul desktop anche quando non ci sono necessità di mobilità. Per motivi diversi, lo stesso trend si ritrova nel settore privato: la necessità di ottimizzare gli spazi in casa rende infatti più appetibile un laptop chiuso che un ingombrante desktop. Inoltre, grazie a connessioni wireless, è anche più efficace e comodo poter spostare il computer in locali diversi. Sebbene il trend di crescita sia ancora stabile, è però chiaro che le caratteristiche dei laptop (peso, ingombro e usabilità) non li pongono come il candidato ideale per la nostra convergenza.

 

All-in-one

 

Nell’ultimo anno è comparso un nuovo elemento. La parola “nuovo” potrebbe far sorridere dato che si tratta di una idea vecchia, sviluppata e riproposta alla luce di novità tecnologiche e di stile del momento. Si tratta dei cosiddetti all-in-one: veri e propri computer inclusi nella forma (e spessore) del solo monitor. Non sono ancora molto diffusi, ma in realtà dietro la loro esistenza si celano interessanti sorprese. Per comprendere il loro posizionamento funzionale si noti intanto che hanno la potenza di calcolo, la capacità di memorizzazione e l’espandibilità tipica di un laptop. A questo affiancano una facilità d’uso che prende il meglio di entrambi i mondi, laptop e tablet (i monitor sono di tipo touch e possono avere tastiera e mouse esterni senza fili). La loro mobilità è più simile a quella di un desktop (anche se c’è un solo cavo da attaccare), ma non è per quello che sono pensati. Di fatto si pongono il concorrenza con il desktop/laptop a uso casalingo o ufficio, dove avere un monitor grande e poco ingombrante è più importante della mobilità. E si pongono anche come concorrenti per tutti quei tablet di grandi dimensioni che hanno solo una connessione WiFi (e non 3G), e che quindi sono più stanziali nel loro uso effettivo.

 

Smart TV

 

Siamo oramai abituati a sentir parlare di applicazioni per smartphone (le “App”) e dei relativi Market. Non tutti sanno però che oggi tutti i televisori di fascia alta offrono la stessa funzionalità. Il parco applicazioni non è ancora esteso come quello di iTunes o Android Market, ma le accelerazioni in questi campi sono una cosa normale. Se ci mettiamo nei panni di chi vuole navigare, gestire la posta elettronica o giocare da casa, perché dovrebbe scegliere lo schermo piccolo di uno smartphone o di un tablet, quando ha la possibilità di utilizzare i 40” del proprio televisore? Naturalmente ci sono (ancora) alcune ragioni dovute alla non completa intercambiabilità dei dispositivi, ma bisogna registrare che da un punto di vista funzionale, smartphone, tablet, all-in-one iniziano ad avere più aree in comune di quante siano le differenze.

 

L’eBook Reader

 

Qualche sorpresa è recentemente arrivata dal settore eBook Reader. Questi dispositivi sono a oggi ritenuti di nicchia a causa della tecnologia usata dai display. Oggi è ancora vero che l’esperienza di lettura di un libro elettronico su di essi è assai più appagante (e meno stancante) che non su un dispositivo con display attivo (led, oled, lcd, ecc.). E lo stesso vale per la loro autonomia (settimane di lettura tra una ricarica e l’altra, in confronto a pochi giorni degli altri dispositivi). Tuttavia anche qui ci sono novità, poiché si sta studiando la possibilità di integrare i due tipi di display: se avvenisse, l’esistenza di dispositivi monouso come gli eBook Reader sarebbe a rischio. Un indicatore che questa convergenza funzionale possa essere la strada la si è avuta di recente con il lancio da parte di Amazon (uno dei maggiori venditori di eBook Reader, il Kindle) di una nuova serie di Reader, tra cui uno con una versione di Android ad-hoc: un dispositivo multifunzionale con tutte le capacità (navigazione compresa) di un tablet tradizionale. In conclusione, negli ultimi 12 mesi il processo di convergenza tecnologica ha avuto una significativa impennata. Il settore dei netbook sembra quello più penalizzato, anche se spunti interessanti vengono dal settore cromebook. Si rafforza la posizione dei laptop, a scapito dei desktop, sebbene sia chiaro che non sarà un laptop ad essere il dispositivo unificatore. Gli smartphone hanno soppiantato il semplice telefono e tutta una serie di altri dispositivi multimediali e, grazie ad una potenza di calcolo significativa e a schermi sempre più grandi, cercano di erodere una fascia di mercato ai tablet di fascia bassa, proponendosi come strumento unificatore. Il 2011 è stato l’anno dei tablet, e probabilmente lo sarà anche il 2012. Ma sembra che essi non siano la soluzione finale, anche se non ne sono lontani. Si affacciano infatti strumenti alternativi che tendono a porsi in concorrenza in modo efficace in settori di diffusione di massa: gli all-in-one e i televisori smart. L’obiettivo si stia avvicinando: la presentazione sul mercato di un paio di dispositivi capaci di coprire l’intero spettro di possibilità è probabile già nei prossimi 24-36 mesi. Si tratterà di dispositivi nuovi, che si complementano e integrano invece di duplicare le reciproche funzionalità. Un esempio è forse in arrivo, anche se in sordina: l’ASUS Pad Phone, con uno smartphone che si inserisce dentro un Tablet.