Uno studio commissionato a Coleman Parkes da Ricoh Europe fa luce su quali cambiamenti sono intervenuti dal 2009 a oggi nelle abitudini delle aziende sul fronte della gestione documentale. I risultati sono a tratti sorprendenti ed evidenziano come negli ultimi anni le cose non siano andate proprio secondo i piani

La ricerca ha coinvolto 1.075 tra alti dirigenti (C-Class), direttori e dipendenti di aziende di tutta Europa. L’obiettivo era scoprire se le aziende, rispetto alle aspettative del 2009, siano riuscite a migliorare la gestione dei processi documentali critici.

Secondo il 91% del campione sono è la crescita esponenziale dei dati, ovvero il fenomeno dei Big Data  ad avere il maggior impatto sulla capacità delle imprese di gestire i processi documentali critici, togliendo tempo alle attività che potrebbero invece far aumentare i ricavi. Inoltre, le aziende hanno identificato la gestione della molteplicità di fornitori/partner aziendali e i mercati emergenti come due aspetti che da un lato influenzano le organizzazioni aziendali e dall’altro fanno crescere ulteriormente i volumi di dati da gestire.

 

Più attenzione al rischio, meno all’ambiente

La difficile situazione del contesto economico globale ha portato a un mutamento radicale nelle priorità delle aziende.
Il business risk diventa il parametro principale, più importante anche delle valutazioni sui costi, mentre l’attenzione all’ambiente e all’ecologia scendono all’ultimo posto nelle priorità delle aziende.
Il 65% degli intervistati afferma di aver stabilito degli obiettivi riguardanti la gestione del rischio aziendale in relazione ai processi documentali, una percentuale quasi quadrupla rispetto a quella registrata nel 2009. È emersa inoltre l’importanza della trasparenza nell’ambito degli obiettivi complessivi delle aziende, dal momento che il 64% degli intervistati ha dichiarato di aver fissato target volti ad allineare i processi con gli obiettivi complessivi dell’azienda, rispetto al 15% che aveva fatto la stessa affermazione nel 2009.

 

Tre anni fa l’attenzione delle aziende europee era rivolta fondamentalmente ai costi e all’efficienza, con un 67% del campione che aveva fissato obiettivi sui costi e un 59% sull’efficienza, a confronto rispettivamente con il 43% e il 51% di oggi. Anche la sostenibilità ambientale sembra essere stata trascurata dalle aziende che concentrano l’attenzione sulla gestione dei Big Data, sui mercati emergenti e sulla gestione di molteplici fornitori. Solo il 33% delle aziende si è posta un obiettivo sostenibile rispetto al 41% registrato tre anni fa.

A questo link trovate la versione integrale della ricerca.