Telecom Italia e l’Università di Palermo hanno avviato la sperimentazione di un progetto di telemedicina per i pazienti affetti da morbo di Parkinson, presso il Policlinico “P.Giaccone” di Palermo.

Si chiama HELP il progetto internazionale di telemedicina realizzato da Telecom Italia e l’Università di Palermo, per i soggetti affetti da morbo di Parkinson, al quale hanno partecipato anche altri centri di ricerca ed università spagnoli, tedeschi, israeliani ed italiani.

Il progetto HELP è realizzato nell’ambito dell’ Ambient Assisted Living – Joint Programme (AAL-JP), al fine di creare migliori condizioni di vita per le persone anziane, prolungando il tempo in cui possono vivere nel proprio ambiente familiare ed in mobilità in modo autonomo ma allo stesso tempo assistito. Per raggiungere tale obiettivo, AAL-JP promuove l’uso delle tecnologie ICT e mette a disposizione un finanziamento per l’innovazione, favorendo quindi il rafforzamento della capacità imprenditoriale europea nel settore con il coinvolgimento diretto dell’industria, in particolare le piccole e medie imprese, gli istituti di ricerca, e soprattutto le organizzazioni ed associazioni di utenti anziani.

 

Nel contesto dei progetti AAL, HELP si prefigge in particolare di migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da morbo di Parkinson che, pur rimanendo a casa, sono costantemente sotto controllo grazie alla possibilità di inviare al medico in tempo reale le informazioni relative ai propri parametri clinici. HELP ha sviluppato un’innovativa capsula per il rilascio graduale del farmaco che si inserisce in una protesi dentale. Rispetto all’assunzione di pillole, il rilascio graduale ha il vantaggio di mantenere un livello costante del farmaco nel sangue del paziente, consentendogli di permanere in uno stato di benessere prolungato. Il consumo del farmaco nella capsula può essere monitorato e letto attraverso un dispositivo wireless.


 

 

Sensori di movimento e pompe intracutanee

Per pazienti con grado di patologia più avanzato – precisa Felice Fulvio Faraci, Responsabile Research & Prototyping – HELP propone inoltre l’impiego di un sensore di movimento ed una pompa intracutanea. Il sensore è indossabile alla cintura e controlla quanta attività fisica svolge il paziente. In base ai dati raccolti, un algoritmo sotto supervisione medica determina il rilascio di maggiori o minori quantità di farmaco da parte della pompa, in modo da evitare i fenomeni di blocco tipici in situazioni di movimento più intenso. La piattaforma prevede l’utilizzo di uno smartphone sul quale è stata sviluppata l’applicazione ‘HELP Mobile Gateway’. L’applicazione si avvia automaticamente all’accensione dello smartphone, comunica con la capsula usata dal paziente grazie a una speciale carta microSD, e gestisce la ricezione dei messaggi ed il loro invio verso la piattaforma del servizio HELP attraverso la rete mobile dell’operatore (è prevista la estensione verso altri operatori)”.

Le misure della capsula intraorale, del sensore di movimento e della pompa intracutanea inviate alla piattaforma di servizio, sono accessibili tramite il Portale Web HELP da un qualsiasi terminale collegato ad internet (PC, tablet, smartphone). L’accesso al portale è consentito al personale medico autorizzato, dotato delle opportune credenziali di accesso, per monitorare il consumo del farmaco ed eventualmente variarne le dosi, comunicando con il paziente (nel caso della capsula) oppure variando la quantità di rilascio della pompa intracutanea, inviandole i comandi attraverso l’applicazione HELP Mobile Gateway sullo smartphone.

 

Il consorzio HELP oltre agli operatori telefonici Telecom Italia e Telefónica (coordinatore di progetto), include centri di ricerca ed università spagnoli, tedeschi, israeliani ed italiani che hanno realizzato i dispositivi prototipali (capsula, pompa intracutanea, sensore di movimento), l’algoritmo di controllo delle regole per la gestione del rilascio di farmaco della pompa, le protesi dentali per l’uso delle capsule e le verifiche cliniche sulla tolleranza del farmaco a livello di mucosa boccale. Grazie alla combinazione di queste forze, sottolinea Faraci, il progetto ha potuto non solo essere realizzato in modo completo, ma l’ospedale lo sta sperimentando sui pazienti, attraverso una fase di trial in tre nazioni (Italia, Spagna, Israele).