In attesa dei risultati tangibili dell’Agenda Digitale le amministrazioni locali sperimentano le virtù collettive delle tecnologie digitali. I casi dell’Abruzzo e della Firenze di Renzi

Decreto crescita 2.0.

Emanato dal Governo lo scorso mese di ottobre, l’insieme di norme rappresenta lo sforzo tanto atteso da parte delle istituzioni per fare delle tecnologie digitali il volano per la ripresa e la crescita del sistema Paese.

 

Tanto però rimane ancora da scoprire a proposito degli sviluppi concreti che il corpus di leggi ruotante attorno al concetto di Agenda Digitale assumerà, soprattutto a livello di amministrazioni locali: quale sarà la declinazione che il percorso verso l’innovazione prenderà una volta che il decreto avrà raggiunto le Giunte regionali e comunali?

Quali le scelte che Presidenti e sindaci adotteranno nell’ambito delle rispettive autonomie? Tutte domande cui solamente l’iter che la legge sta per iniziare in Parlamento saprà dare una risposta.

Nel frattempo, possiamo limitare il nostro giudizio a due casi empirici virtuosi, a testimonianza che spesso le amministrazioni locali “arrivano prima” dello Stato Centrale: la Regione Abruzzo e il Comune di Firenze.

 

Nella Giunta guidata dal presidente Gianni Chiodi infatti social network e blog tematici sono stati adottati dall’Assessorato al Turismo come strumento di comunicazione multicanale per promuovere le attività dell’amministrazione; il Web 2.0, in particolare, è stato impiegato come nuovo linguaggio per interagire in maniera diretta con il pubblico.

 

Dopo attente analisi delle proposte tecnologiche disponibili e fatti salvi i target cui i nostri portali si rivolgono, principalmente utenti finali e piccole aziende, abbiamo optato per architetture snelle e flessibili, capaci di comunicare con il pubblico in formato pillola” spiega Chiodi.

 

In quest’ottica, la Regione punta tutto sull’innovatività del sito www.abruzzoturismo.it, che “svecchiato” dei suoi elementi più istituzionali, esibisce ora sezioni tematiche disponibili in inglese, francese, tedesco e olandese ed è equipaggiato con link diretti a Facebook, Twitter, Pinterest, Foursquare, Instagram e Google +.

 

Non manca poi la declinazione nelle app, come dimostrano i casi di Abruzzo Events, per la parte dedicata agli eventi culturali, e Ski Abruzzo, per le attività sportive sulla neve.

 

Qualche chilometro più a nord, invece, il Comune di Firenze, noto in queste settimane per il forte investimento che il suo sindaco Matteo Renzi sta facendo sui social network, sta completando il percorso già iniziato a Milano sulla tecnologia degli open data.

 

La pubblicazione di dati open verso l’esterno nasce dalla volontà del nostro sindaco di rendere trasparenti per i cittadini tutti i processi relativi alle pratiche burocratiche e finanziarie, con la possibilità per l’utente di consultare qualsiasi tipo di documento; ultimo tra i quali, a partire dallo scorso settembre, le fatture emesse e inoltrate alla Pa” dichiara Giovanni Menduni, direttore dei sistemi informativi del Comune toscano.

 

Tutte le informazioni sono reperibili all’indirizzo www.opendata.comune.fi.it, su cui è possibile scaricare già ben 342 database “liberati”

Dietro queste policy non c’è solo un intento etico – prosegue Menduni – ma la convinzione che gli open data siano un elemento per lo sviluppo dell’economia cittadina”. Una vision condivisa dallo Stato?