Il PIL nell’area dell’euro ha accelerato nel secondo trimestre dell’anno (1%), grazie al dinamismo del commercio mondiale e a un recupero della domanda interna

Nello stesso periodo, gli investimenti si sono incrementati dell’1,5% sostenuti dal rimbalzo della componente in costruzioni, frenata nel trimestre precedente da condizioni climatiche avverse. Si prevede che il PIL moderi la sua dinamica nell’orizzonte previsivo (tra lo 0,2 e lo 0,4% nel primo trimestre del 2011). I consumi privati (0,1% in ciascun trimestre), condizionati dalla debolezza del mercato del lavoro, potrebbero avere un andamento stagnante. Inoltre, in Germania lo stimolo fornito dalle misure fiscali si esaurirà entro la fine del 2010, ed è già controbilanciato dal consolidamento fiscale in altri paesi dell’area. Gli investimenti dovrebbero continuare a crescere ma a un ritmo più moderato: la domanda estera sta perdendo slancio, è aumentata l’incertezza nei mercati finanziari a causa delle recenti crisi sul debito sovrano. Inoltre, la capacità produttiva rimane sotto utilizzata e le condizioni creditizie sono ancora restrittive. Gli investimenti in costruzioni dovrebbero correggere il rimbalzo. Nell’ipotesi che il prezzo del petrolio si stabilizzi a 77 dollari a barile e che il tasso di cambio dollaro/euro fluttui intorno a 1,30, nell’orizzonte di previsione, l’inflazione dovrebbe ridursi leggermente a fine dicembre all’1,7 per cento.

 

Produzione industriale in rallentamento

La produzione industriale è cresciuta del 2,4% nei primi due trimestri dell’anno. L’indebolimento, a partire da giugno, ha riflesso un deterioramento sia delle aspettative di vendita sia degli ordinativi industriali. Da settembre, inoltre, si è registrato un peggioramento della fiducia delle imprese. La produzione industriale è prevista rallentare nei prossimi trimestri. La domanda estera dovrebbe affievolirsi in linea con la decelerazione della crescita negli USA, così come nei paesi emergenti dell’Asia e nell’America Latina. Inoltre, le prospettive di una inversione nella intonazione della politica fiscale in molti Stati membri avranno probabilmente un effetto anticipato di contenimento della domanda interna. Nel complesso la produzione industriale è attesa crescere dello 0,9% nel terzo trimestre dell’anno e dello 0,5% nell’ultima fase del 2010 e nella prima del 2011.

 

Venti contrari sul PIL

Il PIL reale è cresciuto dell’1% nel secondo trimestre. Particolarmente buono il risultato in Germania (2.2%). L’espansione è stata determinata dal dinamismo delle esportazioni in un contesto di domanda elevata sia da parte dai paesi avanzati sia di quelli emergenti. Anche la domanda interna ha segnato un recupero. Tuttavia, ci attendiamo che la dinamica si attenui nell’orizzonte previsivo. L’accelerazione del PIL ha stimolato l’occupazione nella zona euro che, nella prima metà dell’anno, si è stabilizzata. In base alle migliorate prospettive di assunzione dichiarate dalle imprese, ci si attende un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Tuttavia la disoccupazione, stabile al 10% negli ultimi 5 mesi, dovrebbe continuare a pesare sui salari nominali. Inoltre, il consolidamento fiscale in molti paesi membri avrebbe un effetto di contenimento sul reddito disponibile. Di conseguenza, si prevede che i consumi privati ristagnino. A causa della debole pressione sulla capacità produttiva, del rallentamento della domanda globale, della persistenza di vincoli al credito e di rinnovata incertezza nei mercati finanziari, la crescita degli investimenti in attrezzature dovrebbe decelerare nell’arco dell’orizzonte di previsione. Inoltre, ci si attende una correzione della componente in costruzioni, dopo il rimbalzo nel secondo trimestre del 2010 indotto dalle condizioni atmosferiche avverse dei mesi precedenti. Gli investimenti totali sono quindi attesi decelerare a 0,3%. L’esaurirsi entro l’anno delle favorevoli procedure di ammortamento in Germania dovrebbe contribuire a un’accelerazione degli investimenti nell’ultima fase del 2010 (0,5%) seguita da un nuovo rallentamento (0,3%) nei primi mesi del 2011. Nel complesso, si prevede che la ripresa perda slancio a causa della decelerazione della domanda estera in un contesto di rigore fiscale. Il PIL crescerebbe dello 0,4% nel terzo trimestre del 2010, dello 0,3% nel quarto e dello 0,2% nel primo trimestre del 2011, La crescita media annua ammonterebbe all’1,7%.

 

Inflazione stabile fino a dicembre

In settembre, l’inflazione nell’area dell’euro è cresciuta dell’1,8% a causa dell’incremento dei prezzi degli alimentari e, in misura minore, in quella dei prodotti energetici. Nell’ipotesi che il prezzo del petrolio si stabilizzi a 77 dollari a barile e che il tasso di cambio dollaro/euro fluttui intorno a 1,30 nell’orizzonte di previsione, l’inflazione dovrebbe ridursi leggermente alla fine dell’anno all’1,7 per cento. Ci si attende che lo IAPC rallenti ulteriormente a marzo 2011 grazie a un effetto base dei prezzi dei prodotti energetici particolarmente elevati a marzo 2010. Si prevede, inoltre, che l’inflazione core si stabilizzi all’1%. Infatti, sebbene l’aumento dei prezzi delle commodity inizi a trasferirsi sull’inflazione di base, questo effetto è controbilanciato dall’elevata disoccupazione che frena la crescita salariale e dall’eccesso di capacità produttiva.

 

Figura 1
Indice di Produzione Industriale dell’area euro
(dati destagionalizzati e corretti per diverso
numero di giornate lavorative)
 

 

 Figura 2
Crescita del PIL dell’area euro
(dati destagionalizzati e corretti per diverso
numero di giornate lavorative)

 

 

Tabella 1
Previsioni 2010-11, variazioni percentuali,
dati destagionalizzati e corretti per diverso numero di giornate lavorative

 

Figura 3
Indice armonizzato dei prezzi al consumo
(in percentuale a/a)