Russell Artzt, Vice President e fondatore di CA Technologies, definisce la nuova era dell’IT e il ruolo chiave che la sua azienda intende esercitare

Nell’attuale panorama informatico, la trasformazione dell’IT in servizio sta rappresentando una delle maggiori evoluzioni degli ultimi 15 anni. Dopo l’avvento dell’informatica distribuita dei primi anni ’90, il paradigma del Cloud Computing sembra, infatti, aprire una nuova era, imponendosi sia per il vantaggio economico offerto alle aziende (attraverso lo sgravio degli oneri di gestione) sia per la grande capacità di adattamento alle mutevoli esigenze di mercato. Per approfondire la value proposition di CA Technologies in merito a questo tema, mettendo a fuoco i punti di forza rispetto ai competitor, CBR ha incontrato Russell Artzt, Vice Chairman and Founder della società, azienda in cui esercita ancora oggi un ruolo centrale nella definizione delle scelte strategiche.

 

Quali sono le ultime tendenze in atto nel mercato ICT e su quali leve stanno agendo per polarizzare l’attenzione delle aziende?
Nell’attuale contesto economico, i responsabili IT aziendali stanno avvertendo con urgenza l’esigenza di poter operare scelte diverse dal classico acquisto hardware per migliaia di euro. Da questo punto di vista, il modello cloud è in grado di offrire prospettive decisamente interessanti, in quanto permette alle aziende di affittare virtual CPU, dischi storage e spazio per i database, utilizzando, sul fronte del software, applicazioni più leggere e user friendly, pagate in base a sottoscrizioni mensili. Dopo anni caratterizzati da un ampliamento continuo delle feature applicative, il nuovo modello cloud torna, quindi, alla leggerezza, offrendo solo le funzionalità realmente usate dalle aziende, corrispondenti in generale al 10% di quelle offerte dal software on premise. Una semplicità d’utilizzo che si abbina anche a una facile scalabilità e a una veloce attivazione delle applicazioni, caratteristica quest’ultima garantita da un’architettura multitenancy in grado di permettere ai service provider l’ampliamento della propria base utente in modo istantaneo.

 

Come è stata riformulata l’offerta di Ca in funzione della crescente diffusione di ambieti cloud in tutte le sue versioni?
Considerata la crescente propensione delle aziende a investire nel modello cloud, CA ha deciso già da tempo di estendere la propria strategia di prodotto. Da una parte, intendiamo, infatti, continuare a supportare i datacenter tradizionali e l’on premise attraverso lo sviluppo dei software di gestione e degli strumenti di Business Service Optimization, dall’altra stiamo lavorando alla costruzione di un nuovo portafoglio di offerta per il cloud. In questo specifico ambiente intendiamo muoverci in due direzioni, da una parte fornendo tool di analisi e classificazione dei servizi disponibili sul mercato in base a qualità e sicurezza, dall’altra offrendo tool di management in grado di gestire in modo integrato ambienti on premise, private cloud, public cloud e hybrid cloud. Pur spostandosi sulla nuvola, le aziende continueranno, infatti, a mantenere le applicazioni legacy all’interno del proprio datacenter, eventualmente spostando il software mission critical su cloud private, ossia all’interno del firewall. Il primo prodotto inserito nel nuovo portfoglio d’offerta deriva dalla recente acquisizione di Nimsoft, un’operazione di sei mesi fa che ha portato all’interno di CA un sistema di gestione cloud based, disegnato per essere multitenant e disponibile nelle versioni on premise o in the cloud. A questo prodotto presto se ne aggiungeranno molti altri, indirizzati inizialmente al midmarket e ai Managed Service Provider e successivamente ai grandi clienti, più lenti nella transizione al cloud. Tutte le nuove soluzioni, rilasciate per una graduale e progressiva copertura di funzioni specifiche come l’helpdesk o il controllo dell’application performance, si caratterizzeranno per l’uso della stessa interfaccia utente e, come sempre, da un alto grado di integrazione.

 

Quali sono i maggiori ostacoli alla diffusione del cloud e quali sono i rischi delle aziende che decidono di ignorare questo modello di computing?
Le aziende, soprattutto quelle grandi, sono tendenzialmente molto conservatrici. Tuttavia il Cloud Computing, per gli evidenti benefici che è in grado di garantire, rappresenta un modello decisamente attraente. In generale, i responsabili IT si dimostrano, quindi, inclini ad approfondire l’argomento, preoccupati, come sempre, di non portare all’interno delle aziende elementi di interruzione sul fronte del business, che sostiene la trasformazione dell’IT in servizio attraverso una richiesta crescente di strumenti di lavoro semplici e, soprattutto, a consumo. Il rischio sempre più concreto per le aziende è quindi che, se i CIO non reagiscono tempestivamente a queste richieste, i business unit leader si muovano in modo autonomo, acquistando “in the cloud” le business application più rispondenti alle proprie necessità. Per non perdere il controllo, l’IT deve dunque dimostrarsi reattivo rispetto alle esigenze dei propri “clienti” interni, trasformandosi da intermediatore tecnologico a innovatore e abilitatore di business.

 

Quale posizionamento di mercato intendete occupare con questa nuova strategia di prodotto e quali vantaggi potete vantare rispetto ai competitor?
CA Technolgies punta a essere riconosciuta sul mercato del cloud e dell’on premise come il numero uno per il management, la governance e la security. Per raggiungere questo obiettivo i Managed Service Provider svolgeranno un ruolo fondamentale. È, infatti, soprattutto attraverso queste figure che contiamo di offrire ai clienti le nostre soluzioni, riservandoci di servirne alcuni direttamente, solo se espressamente richiesto. Intendiamo, infatti, essere soprattutto dei solution provider, posizionandoci ai vertici dei settori in cui operiamo per alcuni sostanziali aspetti differenzianti rispetto ai competitor. Innanzitutto, CA Technologies vive di software, mentre altri vendor come IBM e HP basano buona parte del proprio business sui servizi, sviluppando, quindi, costose soluzioni customizzate. Attraverso un’expertise maturata in trent’anni di presenza sul mercato, la nostra società è, invece, in grado di offrire soluzioni dal veloce ROI, flessibili, multipiattaforma e indipendenti dall’ambiente di utilizzo: dal cloud, ai sistemi distribuiti fino al legacy. Aspetti che intendiamo continuare a garantire all’interno di un’offerta sempre più estesa, ampliata attraverso i risultati di una ricerca e sviluppo interna oltre che da alcune operazioni di acquisizione, principalmente focalizzate in ambito cloud e mainframe, ma anche nei servizi, come recentemente avvenuto nel caso di 4Base, operazione che ha rafforzato la nostra offerta nei virtualization service.

 

Quale ruolo eserciterà il mainframe in ambito Cloud Computing e quali novità caratterizzeranno l’offerta di CA su questo fronte?
I mainframe, che ancora oggi rappresentano i sistemi più solidi e performanti disponibili sul mercato, potranno avere un ruolo importante nel private cloud, permettendo alle aziende che hanno già acquistato questi sistemi di massimizzare ulteriormente gli investimenti effettuati. Questa considerazione è alla base dell’impegno di CA in questo ambito, per il quale abbiamo per esempio messo a punto il nuovo workspace gestionale Chorus, in grado di semplificare la collaborazione e promuovere la produttività degli operatori mainframe. Costruito sul successo della strategia Mainframe 2.0, Chorus si caratterizza, in particolare, per il design intuitivo e l’intelligence incorporata, pensata per attrarre le nuove generazioni di addetti mainframe senza rinunciare a introdurre miglioramenti significativi nella produttività degli attuali specialisti. Ulteriori investimenti sono stati, poi, compiuti con l’acquisizione di 3Tera, società specializzata nella realizzazione di soluzioni di Cloud Computing su cui CA sta lavorando per introdurre specifiche capability anche in ambiente mainframe.

 

Qual è il vostro posizionamento nel settore mainframe e quanto pesa questa voce di business sul vostro giro d’affari?
Nel segmento dei mainframe, CA Technologies è attualmente il numero due al mondo dopo IBM. Parliamo di una componente di offerta che sui risultati della società, anche in Italia, pesa per il 50-55% e che, pur non registrando il tasso di crescita degli ambienti distribuiti, continua a mantenersi decisamente profittevole. La stessa IBM dichiara crescite tra il 3 e i 5% in questo segmento, incrementi più spesso dovuti all’estensione dei Mips da parte di clienti attivi che non all’aggiunta di new name. Per noi tutto questo significa soprattutto opportunità di integrazione, dal momento che garantiamo un supporto trasversale su qualunque piattaforma, anche per quanto riguarda il cloud.

    

Chi è Russel Artzt
Russell M. Artzt è il Vice Presidente e fondatore di CA Technologies (originariamente nota come Compiuter Associates). Attivo da oltre 30 anni nel settore IT come consulente ed executive, Artzt fornisce consulenza a CA anche per quanto riguarda l’identificazione delle partnership strategiche, lo sviluppo dei prodotti e la strategia corporate. Avviata l’azienda nel 1976 con Charles B. Wang, Artzt ha scritto il codice di alcuni dei primi prodotti della società, arrivando a ricoprire negli anni diversi ruoli aziendali tra cui la funzione di Executive Vice President della ricerca e sviluppo e quella di Executive vice president dei prodotti, gestendo tutte le business unit con un focus particolare sull’integrazione del portafoglio di software management. Grande l’attività anche sui brand di security dell’azienda e sull’offerta storage, per i quali ha realizzato con successo un modello organizzativo integrato tra sviluppo, supporto e marketing all’interno di una stessa brand unit. Oltre alle cariche in CA Technologies, Artzt è anche presidente dell’Advisory Board of Stony Brook University’s Center of Excellence for Wireless and Information Technology ed è membro del Board of Director for the Advanced Energy Research Group. A marzo 2008, Artzt è stato inserito nel Long Island Technology Hall of Fame.