Commissione e Consiglio frenano la Germania sul patto di competitività e propongono più spazio d’iniziativa per i parlamenti nazionali

Controproposta “al ribasso” del Consiglio europeo sul progetto del patto di competitività per l’area euro lanciato nelle scorse settimane da Francia e Germania. In un incontro tra il presidente del Consiglio Herman Van Rompuy e quello della Commissione José Manuel Barroso, svoltosi nei giorni scorsi a Bruxelles, le due istituzioni comunitarie hanno raggiunto un accordo di massima sulla proposta di integrazione delle regole e dei mercati sottoposta da Angela Merkel ai partner dell’euro per farsi garante della tenuta della moneta unica. Nel dettaglio, il “compromesso di Bruxelles” ammorbidisce la versione iniziale di Berlino del patto di competitività, poiché prevede, innanzitutto, che siano gli Stati membri, sotto la supervisione e il giudizio finale della Commissione, a fissare anno per anno gli obiettivi di contenimento del deficit e del debito, stabilendo in maniera autonoma le politiche economiche e monetarie da seguire. Escluso, inoltre, l’obbligo di inserire i parametri di riduzione del debito all’interno delle Costituzioni nazionali. Salterebbe anche l’intenzione di eliminare l’indicizzazione dei salari all’andamento dell’inflazione, con la raccomandazione di “garantire la moderazione nel settore pubblico e la necessità di adeguarsi alle evoluzioni della produttività” e, soprattutto, l’armonizzazione dell’età pensionabile a 67 anni, pur restando fermo l’invito a puntare “sulla sostenibilità dei sistemi pensionistici e di previdenza sociale, attraverso riforme nazionali che allineino l’età pensionabile alle aspettative di vita”.
Lato politiche bancarie, invece, l’Unione Europea, tramite la neonata European Banking Authority (Epa) della Bce, annuncia la prossima partenza di nuovi stress test per gli istituti comunitari, e un impegno più forte da parte dei propri legali contro gli eccessi speculativi del mercato dei prodotti derivati.