Index of Economic Freedom 2011: la mappa della libertà economica

Un anno fa, scrivendo di Indice di Libertà Economica, raccomandavo prudenza nella lettura dei dati; l’indice infatti prendeva in considerazione il periodo luglio 2008 – giugno 2009, proprio i mesi a cavallo della fase acuta della crisi. Con l’edizione 2011 dello Ief (Index of Economic Freedom), invece, i dati coinvolgono l’anno che per molti paesi si è trasformato nella fase di ripresa, seppure lenta. Sviluppato dalla Heritage Foundation americana in collaborazione con il Wall Street Journal, l’indice misura l’ingerenza dello Stato nella vita economica di un paese. Articolato in dieci sub indici, misura, su una scala da 0 (repressione) a 100 (massima libertà), la libertà del business, la libertà del commercio, la libertà fiscale, la dimensione della pubblica amministrazione e dell’apparato burocratico, la libertà monetaria, la libertà di investimento, la libertà finanziaria (che misura la sicurezza e l’indipendenza del sistema bancario), la capacità di tutelare i diritti di proprietà, la libertà dalla corruzione (usando il Corruption Perception Index della Transparency Organization), la libertà del lavoro che misura la flessibilità dell’apparato normativo e legislativo destinato a regolare il mondo del lavoro. La Top Ten 2011 riconferma molti dei paesi del 2010, con qualche variazione nel punteggio. Un dato è evidente e significativo: il punteggio medio globale è passato da 59,4 a 59,7 con un incremento di 0,3 punti; rispetto al 2009 il miglioramento è di 0,4, visto che nel 2010 si era registrato un calo di 0,1; tradotti in parole, questi numeri significano che buona parte dei paesi è classificato come “mediamente non libero”. Nonostante tutto, però, il mondo viaggia verso la libertà economica, uno dei pilastri della “Libertà”; come ricordava Friedrich von Hayek quando un cittadino è soggetto a controllo nelle sue attività economiche lo è di fatto in tutti gli altri aspetti della sua vita. Un’osservazione che, come osserva Mister Feuhlner presidente della Heritage Foundation lascia attonita gran parte dei cittadini del mondo contemporaneo, tanto assuefatti sono alla presenza capillare dello Stato nella vita quotidiana.

La Top Ten Ief 2011
Tra i paesi della Top Ten il 2011 ha portato poche novità; si è inserito in decima posizione il Bahrain, mentre il Cile è scivolato in 11esima posizione. L’Irlanda ha perso due posizioni, la Confederazione Elvetica ne ha guadagnata una, diventano il primo paese europeo per libertà economica; dal 2009 a oggi la piccola Svizzera è passata dal nono al quinto posto, portandosi da paese “prevalentemente libero” a paese “libero” e dimostrando così una straordinaria resilienza, espressione concreta di quell’ordinamento federale che permette di far fronte con agilità anche alle crisi più serie. Ottime le prestazioni dei primi quattro al mondo Hong Kong, Singapore, Australia e Nuova Zelanda. Ancora volatile, invece, la situazione dell’Europa dei 27. Dopo Irlanda e Danimarca, ci sono rispettivamente Lussemburgo (13esimo), Estonia (14esima), Olanda (15esima), Regno Unito (16esimo), Finlandia (17esima), Cipro (passato dal 24esimo posto al 18esimo), Austria (21esima), Svezia (22esima), Germania (stabile al 23esimo posto), Lituania (passata dal 29esimo posto al 24esimo), Repubblica Ceca (passata dal 34esimo al 28esimo posto), Spagna (passata dal 36esimo al 31esimo posto), Belgio (32esimo), Slovacchia (37esima), Ungheria (51esima), Lettonia (scivolata dal 50esimo al 56esimo posto), Malta (passata dal 48esimo al 57esimo posto), Bulgaria (balzata dal 75esimo al 60esimo posto), Romania (63esima), Francia (64esima), Slovenia (66esima), Polonia (68esimo), Portogallo (69esimo). Nella Ue27, l’Italia è penultima, seguita dalla Grecia (88esima); occupa l’87esima piazza con un punteggio di 60,3 pari a 2,4 punti in meno rispetto al 2010 che colloca il paese nella fascia “moderatamente liberi”.

 

Confronto Top Ten Ief 2010 – 2011

Paese Rank Ief 2010 Rank Ief 2011 Punteggio Ief 2010 Punteggio Ief 2011
Hong Kong
Singapore
Australia
Nuova Zelanda
Irlanda
Svizzera
Canada
Stati Uniti
Danimarca
Cile

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10

1
2
3
4
7
5
6
9
8
11
89,7
86,1
82,6
82,1
81,3
81,1
80,4
78,0
77,9
77,2

89,7
87,2
82,5
82,3
78,7
81,9
80,8
77,8
78,6
77,4

 

Fonte: www.heritage.org – Legenda punteggio 0-49,9=Represso; 50-59,9=Prevalentemente non libero; 60-69,9=Moderatamente libero; 70-79,9=Prevalentemente libero; 80-100 Libero (Panel di 179 Paesi)


Come sempre accade nell’esame degli indici, i dati più interessanti emergono dalla lettura dei punteggi registrati nei sub indici che compongono lo Ief. Se consideriamo criticità i sub indici che totalizzano punteggi compresi tra 0 e 49,9 (repressione) e tra 50 e 59,9 (paese prevalentemente non libero), individuiamo per l’Italia cinque criticità, molte già emerse dall’analisi dell’Indice di competitività del World Economic Forum.

 

Sub Indice Ief Italia
Punteggio 2011
Libertà del business
Libertà commercio
Libertà fiscale
Dimensione Spesa PA
Libertà monetaria
Libertà investimenti
Libertà finanziaria
Diritti proprietà
Libertà dalla corruzione (CPI)
Libertà del mercato del lavoro

77,3
87,6
55,4
28,6
82,1
75
60
50
43
44,4

Fonte: Executive Highlights Ief 2011 – www.heritage.org